PROGRAMMA
Palco Sandro Pertini: MINISTRI, DENTE, MARIPOSA, MASOKO, LES MAN AVEC LES LUNETTES,THE RECORDS, THOUSAND MILLIONS
Palco La Collinetta: GARBO, HOT GOSSIP, LATE GUEST AT THE PARTY, THE GENTLEMEN’S AGREEMENT, GAZEBO PENGUINS, EL CIJO, THE HACIENDA, DID
Il cielo è buio, la pioggia cade, stiamo vagando per l’aeroporto di Linate, purtroppo non siamo mai stati all’Idroscalo e capire dove dobbiamo andare è abbastanza complicato, fortunatamente passa un tipo che ha l’aria di dirigersi verso la location del festival, lo seguiamo e infatti ci troviamo davanti al cancello dell’Idroscalo.
Sono le cinque e qualcosa e non si può ancora entrare (il programma prevedeva l’apertura alle cinque e l’inizio dei concerti per le sei), sembra che ci siano problemi pubblici all’interno del parco, non si capisce che tipo di problemi, fino alle sei passate si rimarrà fuori ad aspettare e osservare il buttafuori dall’aria ditattoriale manovrare le faccende all’entrata, tutti tirano un sospiro di sollievo appena il cancello si apre definitivamente e finalmente il “Mi Ami” ha inizio.
Dopo aver perlustrato la zona e creato una mini mappa mentale bivacchiamo tra bancarelle e stand, poi ci dirigiamo verso il Palco La Collinetta dove stanno per iniziare i Did, quartetto torinese che non si fa pregare e parte subito col suo mix letale di punk-funk, tutti i componenti indossano una k-way gialla, facilmente riconoscibili le influenze che spaziano tra Liars, Foals, Battles e qualche spruzzo di Rapture. Gli uomini gialli si divertono e riescono a trasmettere grande energia al pubblico.
Dopo la loro esibizione si passa diretti al Palco Sandro Pertini dove The Record’s stanno per iniziare il loro set, ci sono ancora poche persone quindi il concerto del trio bresciano si trasforma in una sfilata di moda, visto la maggioranza dei fotografi rispetto a quella del pubblico sotto il palco, ma poco importa alla band che sfoggia tutte le sue capacità in un puro e sano rock’n’roll dalle tinte beatlesiane.
Sull’altro palco si stanno esibendo The Hacienda, che non perdono l’occasione per confermare le proprie capacità live proponendo gli ultimi brani del loro ep “Conversation Less” più qualche novità .
Si continua a andare avanti indietro tra i due palchi, anche perchè la giornata prevede un sacco di gruppi interessanti, è il turno di Le Man Avec Les Lunettes che non avevo mai visto, si presentano in sei sul palco, proponendo il meglio del loro repertorio dream-pop ammaestrato dalla voce del cantante, rimaniamo affascinati e catturati dal loro sound, ci perdiamo nei nostri pensieri e mandiamo la nostra testa tra le nuvole, a portarci a terra con un bel pugno nello stomaco è il fulminante set dei Gazebo Penguins, il power trio non fa altro che trasportare la potenza del loro cd sul palco, la mia gamba batte freneticamente, chitarrista e bassista sul palco si divertono, si buttano per terra saltano e io mi incazzo perchè non c’è nessuno che poga, anche se la musica non potrebbe essere più adatta a qualche bel salto, mi tocca rimanere appoggiato alle transenne visto che mettermi a saltare da solo davanti al pubblico statico non mi sembra una buona idea, e non identifico nessuno disposto a seguirmi, peccato, ma il set del power trio rimane comunque un highlight del festival.
Dopo aver sgranocchiato qualcosa veniamo attratti dalle melodie ammiccanti che escono dalla tenda che ricopre il Palco La Collinetta, sono i Gentlemen’s Agreement che dispensano il loro country-folk in varie sfacettature, dallo swing al piu calzante rock’n’roll, inoltre hanno un set bello completo di chitarre mini, oltre al mega contrabbasso che si prende tutta la scena al centro del palco, carismatici, simpatici e nonostante qualche problema fonico se la cavano con pieni voti.
E’ finalmente giunta l’ora che aspettavo da giorni, Dente appare brevemente sul palco per sistemare le ultime cose prima di raccogliere le nostre anime e guidarle in un viaggio emozionante. Spesso mi avevano riempito di parole deliziose riguardo ai live del cantautore, quando passò per Bologna me lo persi, e ecco l’occasione di riparare. Beh che dire? Proprio niente, sono rimasto a bocca aperta per tutto il tempo. Lo sguardo stralunato, il suo muoversi strisciando i piedi quasi danzando e le perle che regala al folto pubblico sfondano e penetrano ogni singola persona, portandola in un viaggio surreale dalle tinte sfumate, una fiaba dove le emozioni si moltiplicano, la nostalgica “Buon Appetito” accompagnata da un coro, o la tenera “A Me Piace Lei” sono momenti di catarsi totale. Il concerto termina, il set breve visto che siamo in un festival lascia un amaro in bocca e un appetito latente tra la folla, che sa benissimo che con Dente si è raggiunto l’apice, e proprio perchè il punto più alto della giornata è stato raggiunto, e non si può far altro che scendere, il sottoscritto decide di tornarsene nell’aereoporto nella speranza di riuscire in qualche modo a tornare a Milano anche se sul palco principale devono ancora esibirsi i Ministri.
Il festival ha visto esibirsi una buona fetta dei migliori artisti indie italiani in questa giornata, al terzo scalino del nostro podio personale si piazzano i Gentlemen’s Agreement, medaglia d’argento per i Gazebo Penguins, e scalino più alto è riservato a Dente, re incontrastato della giornata.
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