Dalle tinte grigie ad una scala di colori che dal giallo ocra porta al rosso fuoco, dai brumosi paesaggi nebbiosi, al caldo desertico. Un cambiamento radicale nella forma e meno nella sostanza. Tutto questo ha un nome e un cognome: Mark Lanegan. Se l’ex Screaming Trees nel precedente capitolo discografico dei Soulsavers era semplicemente un ospite d’eccezione, in “Broken” si erge ad assoluto protagonista, non solo perchè canta in quasi tutti i brani in scaletta, ma anche in quanto autore della maggior parte dei testi. La lista degli ospiti speciali è piuttosto interessante: Jason Pierce degli Spiritualized che duetta con Lanegan in “Pharaoh’s Chariot”, Mike Patton in “Unbalanced Pieces”, Richard Hawley in “Shadow Fall” e la belissima voce di Red Ghost (Rosa Agostino) che in tre episodi spezza le atmosfere calde con armonie sottili.
La creatura di Rich Machin e Ian Glover, originariamente propensa a soluzioni trip-hop, viene trasfigurata in qualcosa di sostanzialmente diverso, che predilige la soluzione rock e il blues desertico come forma di espressione. Il limite dei Soulsavers, curioso a dirsi, sono i Soulsavers stessi, che nella costruzione delle canzoni non riescono a far fruttare al massimo un patrimonio inesauribile come la voce di Lanegan. Talvolta, al volo in alta quota si preferisce la planata su lidi sicuri e il risultato, seppur di gran classe, si avvicina ad un pigro manierismo. E’ un vizio di forma di un disco altrimenti magnifico, che possiede picchi di assoluto spessore, lirico e musicale, al quale sarebbe mancato davvero poco per essere un capolavoro.
In definitiva un passo in avanti rispetto al precedente lavoro, che focalizza l’attenzione su una delle voci più intense del panorama rock attuale. “Broken” sembra più un disco di Lanegan con qualche ospitata eccellente. Se queste fossero state le intenzioni iniziali, ci troveremmo di fronte ad un album ancor più bello e completo, meno limitato nell’espressione, incentrato con decisione in un rock-blues ad alto tasso alcolico. Comunque accontentarsi non è per niente difficile quando la qualità abbonda, è solo che di fronte ad una voce così ci si aspetterebbe sempre qualcosa prossimo alla perfezione.
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2. Death Bells
3. Unbalanced Pieces
4. You Will Miss Me When I Burn
5. Some Misunderstanding
6. All The Way Down
7. Shadows Fall
8. Can’t Catch The Train
9. Pharoah’s Chariot
10. Praying Ground
11. Rolling Sky
12. Wise Blood
13. By My Side
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