Annunciato da un tour, arriva ora il disco che presenta il ritorno sulle scene dell’Antipop Consortium, dopo una pausa seguita al loro lavoro datato 2003, “Arrythmia”. Li ritroviamo che da tre son diventati quattro con l’aggiunta in pianta stabile del produttore Earl Blaize e soprattutto li ritroviamo con un album che già dal titolo promette grandi cose: “Fluorescent Black”.
Nero fosforescente fa presagire atmosfere mutanti e fantascientifiche senza trascurare il lato black della situazione: infatti dalle ultime prove prima della pausa la differenza salta subito alle orecchie, il funk ora è un ingrediente prezioso e non una lontana rimembranza. Lo dimostrano le tracce migliori, quelle in cui le spigolosità avantgarde vengono smussate da abbondanti dosi di suoni grassi, levigati e pastosi: su tutte una “Shine” che declina futuro e morbidi ricordi soul come se fosse la cosa più normale e semplice del mondo.
Non mancano poi episodi più sterili e legati al passato, ma è la perfetta intesa tra i rappers a salvare sempre il risultato senza che vacui sperimentalismi elettronici prendano il sopravvento (“New Jack Exterminator” e “Get Lite”). Altrove troviamo istanze crossover che ricordano gli esperimenti d’inizio anni ’90 (salta subito in mente la colonna sonora di “Judgment Night”, in Italia noto col titolo “Cuba Libre”) passati attraverso l’ottica destrutturante dei Subtle, come non citare dunque l’iniziale ed aggressiva “Lay Me Down”.
Sarà il passaggio dalla Warp alla Big Dada ad aver spinto i nostri a mostrare maggiormente i muscoli ed evitare passaggi di elettronica fine a se stessa, ma in passato pezzi così negri, disturbati, carichi e sfondaclub come “NY To Tokyo” (col featuring del padrone di casa Big Dada Roots Manuva) e la titletrack posta in chiusura d’album ce li saremmo sognati.
Il disco è ovviamente alienante e schizzato come il marchio richiede (tanto che l’ascolto continuo e prolungato può causare l’emersione di una seconda personalità piuttosto pericolosa), però molte tracce rimangono impresse nella memoria come “Born Electric” che parte stra-lirica e prosegue invece come un delirio jungle o l’ottimo singolo “Volcano” che rischia di conquistare anche l’ascoltatore più distratto.
Un ritorno più che gradito e, meglio ancora, un ritorno in forma smagliate: non credo di azzardare troppo nel sostenere che probabilmente “Fluorescent Black” è forse la vetta nel percorso dell’Antipop Consortium e che sarà un album da tenere a mente a fine dicembre.
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2. New Jack Exterminator
3. Reflections
4. Shine
5. C Thru U
6. Volcano
7. Timpani
8. The Solution
9. Get Lite
10. NY to Tokyo
11. Superunfrontable
12. Born Electric
13. Apparantly
14. End Game
15. Dragunov
16. Fluorescent Black