Vi ricordate, ai tempi della scuola, quando non facevamo altro che ripetere sicurissimi le stesse cose ma con parole diverse, senza mai dire qualcosa che avesse un minimo di spessore, cercando di impressionare i professori perchè eravamo consapevoli del fatto che un solo momento di silenzio avrebbe messo a dura prova il prosieguo dell’interrogazione? Ecco, il disco dei Bad Lieutenant mi fa tanto pensare a quei tempi.

I Bad Lieutenant sono il classico caso di alunno dalle grandi potenzialità , che non si applica perchè preferisce vivere di rendita. Dopotutto come biasimarli? I Bad Liutenant sono Bernard Sumner, Phil Cunningham e Jake Evans che si avvalgono della collaborazione di Stephen Morris e Alex James per alcune tracce. In poche parole i New Order senza Peter Hook. Mica pizza e fichi.

L’esperienza insegna. Sanno perfettamente che è nei primi minuti che ci si gioca tutto e infatti la prima canzone (e primo singolo estratto) “Sink Or Swim” è un pezzo fortissimo, pieno di chitarre Britpop che fanno salire una nostalgia pazzesca per quel periodo. è un pezzo che colpisce dritto al cuore e fa sperare che il resto del disco vada nella stessa direzione e ci riporti indietro di quindici anni. E in effetti la direzione è quella. “Twist Of Fate”, seconda canzone, mantiene fede alle premesse, ma purtroppo questo è il punto di non ritorno.
Dalla terza traccia in poi ci si ritrova in un vortice di debolezza, di ridondanza e di piattezza che si è sentito raramente: le buone melodie ci sono e le buone idee anche, ma non riescono a svilupparsi e quasi tutte le canzoni durano almeno un minuto di troppo, rendendo molto difficile resistere alla tentazione skip.
Ma, come dicevo, l’esperienza insegna e i Bad Lieutenant piazzano gli unici altri due pezzi degni di nota a metà  e a chiusura dell’album. “Runaway” e “Head Into Tomorrow” sono due ballate che strizzano l’occhio ai Doves e fanno da appiglio per non annegare nel mare di noia che è il resto del disco. Già , perchè nemmeno le tastiere di “Won’t Get Fooled Again” in “Dynamo” sono sufficienti a mantenere alta l’attenzione per uno dei pezzi più promettenti, che si perde per strada troppo presto.

“Never Cry Another Tear” è un disco nostalgico in cui si sentono tanto i New Order (ma senza quelle linee di basso) e mille altre band del glorioso periodo Britpop. è un disco patinato, buono come sottofondo, ma nel momento in cui si decide di prestargli un minimo di attenzione ci si rende subito conto che fa acqua da tutte le parti. Esattamente come ogni interrogazione poco preparata. E ora scusatemi, ma mi è venuta improvvisamente voglia di ascoltare i Rialto.

Cover Album

Never Cry Another Tear
[ Triple Echo – 2009 ]
Similar Artist: New Order, Doves, Rialto, James
Rating:
1. Sink Or Swim
2. Twist of Fate
3. Summer Days
4. This Is Home
5. Running Out Of Luck
6. Dynamo
7. Poisonous Intent
8. These Changes
9. Walk On Silver Water
10. Shine Like The Sun
11. Runaway
12. Head Into Tomorrow