Per evitare equivoci o spiacevoli fraintendimenti, meglio mettere in chiaro subito che il Dizzee Rascal del pluripremiato e apprezzato esordio del 2003 “Boy In The Corner”, è quasi completamente sparito. Rimane qualcosa, ma la musica, l’attitudine, lo stile, le tematiche delle liriche e persino le scarpe (ora se le disegna lui) hanno subito una metamorfosi importante. Cosa è successo dunque? Partiamo dal presupposto che, nell’ hip-hop, quando si decide il nome che si vuole usare come artista, si crea automaticamente anche un alter ego. Ecco, questo personaggio inventato può diventare spesso, come nel caso più famoso al mondo (Slim Shady-Eminem), una maschera da indossare, a cui scaricare anche la responsabilità e il peso delle parole che si sputano fuori.
Dunque la trasformazione di Dizzee altro non è che uno squilibrio della bilancia schizofrenica del suo carattere. Tra il Dylan Mills giovane musicista intelligente, appassionato e per certi versi sensibile alle problematiche della vita di strada, e il clown Rascal ossessionato dai soldi e dal sesso, pesa più il secondo. Il produttore che lo accompagna è sempre Cage, l’etichetta è la sua creazione Dirtee Stank, ma il re del grime dovrà trovarsi un altro regno, perchè, se non fosse per il flow che rimane lo stesso dei tempi andati, ora le basi prendono altre strade. Per esempio dalle sue collaborazioni con il quotatissimo Calvin Harris, vengono fuori un pezzo pregno dello stile da sala principale di qualche discoteca di Ibiza, l’estivo “Holiday”, o l’incredibile successo di “Dance Wiv Me”. Basti pensare che quest’ultimo, dal sapore un po’ 80’s, in UK a numeri di copie vendute è al pari di successoni come “Crazy” degli Gnarls Barkley. E questo è un altro punto importante nella trasformazione che vuole segnare quest’album, il raggiungimento di un ritorno commerciale notevole. Soldi, soldi, soldi.
Il tema principale di “Dirtee Cash” praticamente un rifacimento del quasi omonimo classico house degli anni 90 di Stevie V. “Can’t tek no more” invece campiona il reggae inglese degli Asward “Warriors Charge”, ovviamente pompandone i bassi e servendosi di big beat vicini alla jungle. Le liriche pendono dalla parte di Dylan Mills questa volta, parlando dei mali della società di oggi. Mentre nelle altre due collaborazioni eccellenti, il tema ritorna frivolo e danzereccio, roba diretta nei club: elettro con Mr. Armand Van Helden in “Bonkers”, techno con Mr. Tià«sto in “Bad Behaviour”. Insomma questa mutazione già intravista con il precedente “Math + English” è votata principalmente a allargare il cerchio, ingrandire il portafoglio e far felici tutti. Dizzee è ancora originale, unico nel suo genere e non si possono negare i suoi diversi talenti. Dunque non preoccupatevi se sembra preferire l’intrattenimento, è comunque buon intrattenimento.
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2. Road Rage
3. Dance Wiv Me
4. Freaky Freaky
5. Can’t Tek No More
6. Chillin Wiv Da Man Dem
7. Dirtee Cash
8. Money, Money
9. Leisure
10. Holiday
11. Bad Behaviour