Ognuno hai i suoi sogni. Un recensore medio, così come un discografico mediocre, ne ha uno solo, fisso, che come un chiodo gli lacera le carni: farvi scoprire per primo la prossima, presunta, rivelazione del panorama musicale mondiale. In epoche di reinterpretazioni necessarie ed innovazioni pressochè nulle, cercare l’originalità assoluta è impossibile, indi per cui, unici valori aggiunti di una band sono l’urgenza espressiva, il perturbarvi con rapinose fascinazioni, magari unite a sapienti capacità nel manipolare svariate sonorità .
Ora mi dispiace sparare a zero contro i New Rhodes, che forse saranno anche dei simpatici ragazzi, ideali per scambiare due chiacchiere davanti ad una Guiness fresca di spillatura, ma proprio non ci siamo. Proposti come i nuovi Smiths, James Williams e soci altro non sono che una sacco pieno di maniera a basso costo, una polaroid vecchia di trent’anni che più sbiadita non si può.
C’è qualche palpitazione adolescenziale (non una cosa necessariamente negativa, anzi) a tenere su la baracca, scialbi passaggi chitarristici che come olio scivolano via nel giro di pochi secondi. Altresì, mancano spessore e personalità , fondamentali per emergere nell’oceano di gruppi spesso così simili da risultare imbarazzanti.
“Everybody Loves A Scene”, secondo album per la band di Bristol, mostra sicuramente una qualità formale superiore alla media, merito anche della bella voce di Williams, piana, melodiosa e a dir la verità mai disturbante. Richiami a certo pop anni ’80, travisamenti malinconici e velleità da dancefloor non aiutano certamente a raddrizzare la rotta, che pare segnata fin dall’inizio.
Per oggi lo stereo piange. Domani si vedrà .
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2. Come Into The Room
3. The Joys Of Finding And Losing That Girl
4. Let’s Talk
5. So Alone
6. The Bells Of St. John
7. I’ll Wait For You By The Coast
8. A & E
9. Is This The Life You Want?
10. 254
11. You Can Have It All