Un concerto dei Tortoise? Nel 2009? Ancora??
Sì. Un concerto dei Tortoise nel 2009. Vanno ancora avanti, imperterriti. Ci credono ancora, e se non ci credono più riescono a mascherarlo molto bene. Quest’anno, quando tutti ormai li davano per dispersi o, peggio, li credevano finiti, hanno dato alle stampe un disco clamoroso (“Beacons Of Ancestorship”) molto più fresco, snello e ‘rock’ dei precedenti. E sulle ali dell’entusiasmo generato dal disco in questione si va, incuranti dei miti e delle mode che cambiano alla velocità della luce.
E come è stato il concerto?
Fondamentalmente è stato un concerto per vecchi ““ se mi passi il termine. C’è tanta gente ma sembra di essere rimasti fermi al 2001, con tutto ciò che ne consegue in termini di livello socio-culturale del pubblico, relativa anzianità anagrafica e fumo di sigaretta prodotto. Ci si esaltava per le prodezze musicali dei cinque di Chicago, ma probabilmente ci si esaltava perchè erano i Tortoise, non certo perchè fossero cose diverse da quanto era già stato ampiamente detto nel 2001.
Dai, racconta di più...
Persi colpevolmente gli ottimi Bachi Da Pietra (peccato, sarebbe stato interessante confrontare il loro minimalismo con l’opulenza musicale dei nostri eroi) si passa direttamente al piatto forte della serata. Dopo un soundcheck di durata biblica che ti fa temere il peggio (tipo un concerto a sorpresa di Carlos Santana) salgono sul palco loro, i protagonisti della serata, coloro che otto anni parevano essere in grado di poter cambiare le sorti della musica moderna.
Prima parte di concerto assolutamente stellare, poi la stessa idea riciclata all’infinito per un tedio che finisce per rovinare ciò che di (estremamente) buono è stato fatto nella prima parte. Sembra quasi che lo abbiano fatto apposta. I Tortoise sanno suonare in maniera divina ma purtroppo te lo fanno pesare.
Spiegati meglio, non autocensurarti…
Minime variazioni sul tema, tanta masturbazione mentale assolutamente uguale a quella di otto anni fa. Se non sei dei nostri dormi in piedi, se pensi che quel genere di suono abbia stancato puoi andartene a casa. Solo se ci credi sul serio rimani. Roba del tipo qui non si suona rock, qui si spacca il capello in quattro. E poi in otto, in sedici e si ricomincia, senza pietà . Chi si aspettava un concerto fresco e snello come l’ultimo, favoloso “Beacons Of Ancestorship” è rimasto deluso. Ma a quanto pare ero l’unico ad aspettarmelo, visto che a fine concerto il pubblico era in delirio.
Detto così, sembra che tu abbia assistito ad un concerto degli Yes…
Sono entrati ed usciti tre volte per il bis, manco fossero gli Yes. Ho passato una vita a combattere roba del genere, per me il rock è altro ma forse lo sconfitto sono io che penso che la parola ‘rock’ non significhi dimostrare con freddezza la propria bravura tecnica mediante sterili esercizi di stile che purtroppo riescono a trasmettere pochissima emozione.
Dì la verità … c’è l’hai con chi è bravo tecnicamente?
Assolutamente no, e per dimostrartelo mi permetto di utilizzare come termine di paragone con i Battles. Anche i Battles sono tecnicamente mostruosi e spaccano il capello in quattro, però dal vivo suonano che è un piacere, spesso fanno ballare ma soprattutto trasmettono emozioni. I Tortoise li segui all’inizio, poi ti perdi per strada perchè hai perso il feeling con la loro musica. Non trasmettono nulla, e forse nemmeno ci provano veramente.
Il tuo giudizio definitivo qual’è?
Non è stato un bel concerto, ma nemmeno si può dire che sia stato brutto. Semplicemente è stato. Diciamo che se fosse durato la metà , se ci fosse stata solo un’uscita per i bis e soprattutto se i Tortoise sapessero prendersi un po’ meno sul serio sarebbe stato uno dei concerti dell’anno. E invece i Tortoise hanno scelto di recitare la parte dei professorini del post-rock e di conseguenza il concerto è stato quello che è stato (ovvero lo stesso che sarebbe stato otto anni fa). Ma forse la gente si aspetta proprio questo da loro, e dunque a conti fatti i Tortoise non hanno tutti i torti ad agire così.
Credit Foto: Bene Riobó [CC BY-SA]