Lo confesso: non ho mai letto una press-release allegata ai promo. Una che fosse una. Neanche quando sono a colori e ci sono le foto o dei disegni fatti dalla ‘figlia di secondo letto del chitarrista’.
Non l’ho mai fatto perchè di solito non me ne frega niente di sapere cosa ne pensa gente che ci ha investito dei soldi e considero non secondario il fatto che, non fumando, ho un sacco di tempo a disposizione e quindi l’idea me la faccio da me. Stavolta m’è scappata: l’ho letta.
Non c’ho capito niente e neanche ricordo se ci fosse qualcosa da comprendere ma ho imparato in fretta che nella musica è sempre meglio affidarsi all’istinto.
Tutti gli album “‘crescono al terzo ascolto’ e tutto è unico ma poco è speciale e questo “The Positives” non fa eccezione.
Per carità : non cresce al terzo ascolto ed ha un sound unico ma non è speciale e lo si sente. Se come me non avete mai apprezzato gli Starting Line e quei richiami neanche troppo velati ad un punk-pop (e non pop-punk, attenzione) da liceo, allora “The Positives” non vi colpirà dopo la terza volta.
Perchè lo farà alla prima.
Due batterie, una sezione ritmica completata dal basso fugaziano di Charles Schneider, un Kenny Vasoli (sì, quello degli Starting Line e delle ragazze pop-pon) ispirato e aggiunte di chitarra e vibes un pò qui e meno là . La press-release parla Bob Dylan, James Brown, Curtis Mayfield e mezza Motown. Balle. Se c’è una band che mi è venuta in mente sono i divini The Van Pelt di Chris Leo e forse qualcosa dei Radiohead di “Pablo Honey” e comunque tutto in piccole dosi mescolate (abbastanza) bene da un gusto per la sperimentazione pop elettrico. Insomma: la sopresa di non trovarsi dinanzi ad una proposta spudoratamente commerciale rende questo “The Positives” vagamente invitante e curiosamente blues (“Changed Man”, “Pleasure Is All Mine”) ma mai banale.
Il merito, si sente, è anche della produzione di Aaron Marsh (Copeland) e di un contributo misurato, magari subdolo ma importante e di qualità .
In conclusione possiamo riassumere che fra un mese non saprò nemmeno di aver scritto questa recensione e non ricorderò neanche la copertina di “The Positives” però mi preme ricordare che ogni disco è capace di entrarti da qualche parte al terzo tentativo: un buon album lo fa la prima volta e, se può, resta con te il tempo che ci vuole. La differenza la fa solo il tempo.
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2. Good Days
3. The Positives
4. Goodness Gracious
5. New Sensation
6. Stay Calm
7. Sit Tight
8. Loudmouth
9. Changed Man
10. Pleasure Is All Mine
11. Untitled
12. I Sing The Body Electric