Per un po’ ho trascurato l’altra parte di Austin, Texas. Per un po’ mi sono fermata dalla parte di una squadra di football e degli Explosions In The Sky dimenticandomi di guardare dall’altra parte della strada. Trascurando gli Spoon, trascurando il punto dove ci avevano lasciato ad aspettarli. Poi è arrivato gennaio con i suoi mille dischi in anticipo, è arrivato “Transference” e ho attraversato la strada per raggiungere Britt Daniel e soci.

“Transference” non è “Ga Ga Ga Ga Ga”. “Transference” non inizia nel punto in cui “Ga Ga Ga Ga Ga” si era fermato. Non ha tutti quegli strumenti, non ha canzoni con gli angoli arrotondati e così immediatamente efficaci e molto probabilmente non entrerà  nella top 10 di Billboard. è grezzo, è poco più di un demo, è minimalissimo e Britt Daniel stesso l’ha definito più brutto del suo predecessore, eppure”…

Eppure sono gli Spoon, nè più nè meno. Canzoni costruite secondo lo schema più semplice che si possa concepire, quello schema che se stessimo parlando di sintassi grammaticale sarebbe soggetto-predicato-complemento. Ma stiamo parlando di canzoni e quindi gli elementi che abbiamo a disposizione sono delle melodie lineari, a volte appena accennate, accompagnate e definite benissimo da pochi accordi di chitarra e da una batteria piuttosto secca, il tutto completato da giri di basso e di piano. Lo stesso schema di “Kill The Moonlight”, uno schema che anni di esperienza hanno saggiamente arricchito. Gli Spoon questa volta hanno puntato tantissimo su momenti strumentali (a volte al limite del troppo ripetitivo), hanno puntato su canzoni che vanno a prendere qualcosa dall’essenza nuda e cruda dei Wilco (“Written In Reverse” su tutte), senza però dimenticarsi di lasciare spazio a canzoni un po’ più catchy, solo che per trovarle bisogna aspettare la seconda metà  del disco.

No, non è che “Transference” sia più brutto di “Ga Ga Ga Ga Ga”. è semplicemente più difficile da amare, è un rapporto più complicato. Se “Ga Ga Ga Ga Ga” è il ragazzo bellissimo di cui tutte si innamorano a prima vista, “Transference” è il suo amico apparentemente sfigato, poco appariscente, quello che ha bisogno di qualche sguardo in più perchè si riveli maledettamente affascinante.

Credit foto: Oliver Halfin