Schiacci il tasto play e decolla l’astronave, un’astronave con destinazione ignota ma pur sempre pilotata da Tony Allen e Jimi Tenor. Un disco come l’episodio di “Inspiration Information” a cura di Tony Allen e Jimi Tenor (il quarto della serie, e grazie alla Strut Records per aver avuto un’idea del genere) si può riassumere così, avendo cura di aggiungere che suona davvero come un astronave – nel senso che è roba talmente psichedelica che la ascolti e ti ci perdi dentro, finendo in un dimensione spaziotemporale altra e parallela ““ e che gira e rigira non riesci mai a stabilire con certezza se la prima guida di questa fantomatica astronave afrobeat sia Tony Allen oppure Jimi Tenor.
Ma l’importante non è capire se sia Tony Allen a limitare volontariamente la sua spropositata genialità per adattarsi alle esigenze del musicista finlandese (“Selfish Gene” e “Darker Side of Night”) o se sia Jimi Tenor a dover assecondare la sua vulcanica inventiva per farla sposare con le torride poliritmie del grande batterista nigeriano (“Mama England” e “Sinuhe”), l’importante è che dentro “Inspiration Information volume 4” ci siano nove brani nati in cinque giorni di jam session. E dunque, improvvisazioni di matrice afro-beat, funk, dub e free jazz che vedono il decisivo contributo in due episodi di MC Allonymous (“Against the Wall” e “Path to Wisdom”) e che fondamentalmente sono concepite per suonare come un unico, marziale flusso di coscienza che si prende il tuo cervello e non vuole più restituirtelo.
Si dice in giro che Tony Allen sia il più grande batterista del mondo ““ e per certi versi è vero ““ ma la svolta afrobeat di Jimi Tenor sta diventando ormai una certezza. Una volta ero scettico, ora sto attendendo il nuovo episiodio ““ sia di Jimi Tenor che della saga “Inspiration Information”. E l’astronave afrobeat va, e nessuno la vuole fermare ““ nessuno ci prova.