Innanzitutto grandi spazi. Enormi, interminabili spicchi d’universo davanti e intorno ai nostri occhi frenati da un unico orizzonte che si chiude a cerchio intorno a noi e di cui, inconsapevoli, siamo e restiamo il silenzioso centro magnetico. Anche chiudendo gli occhi continuiamo a vivere il confine perchè è la musica stessa a descriverlo: “I Could Not Love You More” è una metafora del visivo, la traccia oculare che le onde sonore lasciano scivolare nella memoria sterminata di una bambina di un mese tra gli occhi e il suo futuro.

I Rameses III vogliono prendere in ostaggio il tempo ““ rallentarlo e metterlo sul ghiaccio. E se le note che accompagnano l’album vi sembrano vaghe, ascoltate quest’ora scarsa di suoni scivolare tra le pieghe di una metrica immaginaria e vedrete come invece risultino essere parole che racchiudono il dettaglio di un lavoro ostinatamente ‘altro’, pigramente aggraziato e paradossalmente ostico.
Ogni traccia prende il proprio tempo per imporsi: si apre e si concede lunghi respiri profondi senza per questo rimestare in rime barocche, violare il percorso eretto dalle lunghe sillabe musicali, soffocare con troppo ossigeno il valore organico del tempo quando questi scivola nello spazio.

Chitarre acustiche, tastiere, registrazioni ambientali, forse voci sparse, un’estetica sonora che è innegabilmente ambient ma che sa agire in ambiti non distanti dal drone puro di Lamonte Young col suo amore per il suono del vento, la gloriosa ripetizione a-strutturale che diventa dunque struttura, e la violenta nemesi ritmica che si scioglie nel trionfo liquido di suoni ben poco definiti.
E’ un esperimento ma la musica dei Rameses III è lungi dall’essere sperimentale. “All Shall Be Well” è fin troppo devota all’ultimo Steve Reich per potersi dire pienamente innovativa e gli spettri minimalisti sono sempre in agguato in attesa che la purezza dell’ambient dia luogo ad una voce musicale canonica, accademicamente riconoscibile.

Daniel Freeman, Spencer Grady e Stephen Lewis confezionano gli spazi infiniti e da Londra li proiettano sul mondo al ritmo che più aggrada alla propria musica. Occupando il tempo che ci vuole, aspettando che il momento giusto ripassi e che la bambina perda l’innocenza con la prima bugia e l’ultimo dei dispetti.

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I Could Not Love You More
[ Type – 2009 ]
Similar Artist: Lamonte Young, The Beautiful Schizophonic
Rating:
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