L’opera prima di Juliana Kehl è un disco straordinario e non sto esagerando.
Raffinato, elegante, un mix di choro, bossanova, elettronica e moderna MPB con buoni testi e un paio di hit radiofoniche. Juliana ha una voce delicata, vellutata, a tratti emozionata ma autentica e sensuale che si appoggia sulle liriche e sui suoni senza peso, divenendo un solo corpo assieme alle parole e alle note. A dispetto di quel che potrebbe sembrare, non è un disco immediato o immediatamente fruibile, va prima decantato e poi assaporato. Un album in cui tutto è equilibrato, che gode dei benefici di importanti collaborazioni come Junio Barreto, compositore pernambucano, e Gustavo Ruiz, suo chitarrista, che conferiscono al disco quella varietà e quella rilevanza stilistica che, solitamente, le opere prime non hanno.
Dodici tracce diverse tra loro, come le dita di una mano, figlie di una stessa madre e con caratteri diversi. In “Rede de Varanda”, brano perfetto per le radio, Juliana fa sposare i Doors con Seu Jorge, a seguire la bellissima “Ele Nao Sabe Sambar”, una bossa moderna, rarefatta e modernista.
In certi aspetti, Juliana Kehl assomiglia alla collega paulistana Cibelle, ormai di stanza a Londra, soprattutto nel modo in cui fa proprie le varie influenze musicali rielaborandole con estrema libertà creativa e plasmandole a suo piacimento. Il risultato è un lavoro che non rinuncia a sperimentalismi a volte anche un po’ granulosi ma che, al tempo stesso, offre melodie mai scontate ma pienamente godibili.
Nessun elemento è fuori posto : elettronica, batucada, pop, bossanova convivono cordialmente senza prevaricare l’uno sull’altro. I musicisti che accompagnano Juliana cambiano di volta in volta stile, a volte mescolandoli, offrendo delicati arrangiamenti perfetti per la voce dell’interprete paulistana mai sopra le righe. Ma la buona riuscita di quest’album è dovuta in parte anche a Maria Rita Kehl, sorella di Juliana e nota psicoanalista brasiliana, che ha collaborato tantissimo alla stesura delle liriche del disco le quali rendono ancora più brillante il lavoro artistico e musicale di un gruppo affiatato.
Insomma, siete disposti a scommettere su questa ragazza? Vi prego di non rimanere impassibili di fronte a quest’album perchè ha tutte le caratteristiche per poter divenire il vostro cd del 2010. Juliana trasmette tutto quel pathos e quell’allegria a cui la MPB da tempo ci ha abituati ma riesce anche a creare un qualcosa di nuovo, di inaudito, percorrendo una strada impervia ma che potrebbe portare ad un successo meritato di critica e pubblico.