Aa. Vv.
Back To Peru Vol. 2

“Back To Peru Vol II” è un’operazione commerciale discutibile che riflette un periodo musicale peruviano affatto originale ma chiaramente derivativo dall’usus scribendi di tanti musicisti americani degli anni ’60 e ’70.

Si parte infatti con “Tercera Piedra en el sol” dei Los Juniors, una lettura speciale del tema del Jimi Hendrix Experience, completamente strumentale, che però ha poco e nulla della visceralità  del tocco compositivo hendrixiano e si prosegue con una miriade di pezzi fotocopia che poco o nulla raccontano del vero Perù. Insomma se da “Back To Peru” vi aspettate di trovare i classici flauti famosi, i “‘pututos’ e quella varietà  di strumenti tipici peruviani, dedicatevi ad altre raccolte. In “Back To Peru” sono collezionate una serie di pebbles che vanno dal 1965 al 1975 buoni solo per soddisfare la vostra curiosità .
A differenza della MPB negli anni ’70 che ha partorito autentiche perle aprendo la strada ad una corrente musicale forte, di protesta ma, al tempo stesso, riconoscibile e autentica, in Peru si emulavano incondizionatamente i primi Led Zeppelin, gli Animals, il suono della chitarra wah-wah e il già  citato Jimi Hendrix. Non è presente nessun guizzo nè un tocco di genialità  in queste trentaquattro canzoni ma solo discrete esecuzioni e alcuni pezzi divertenti che, però, si perdono nel magma di una scaletta troppo lunga e dispersiva.

Insomma, ci vuole un bel coraggio ad esportare questa musica che potrà  interessare ben poche persone e incuriosire solamente gli esterofili più incalliti dato che il mercato, anche italiano, ha offerto e offre dischi qualitativamente più interessanti.
Resta l’amaro in bocca per una compilation che poteva riassumere dieci anni in un solo cd ed evitare un “‘prolissismo’ che non aggiunge nulla di nuovo alla vera musica tradizionale peruviana.

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