Lo pseudonimo Lightspeed Champion venne adottato quasi per sfinimento. Vedendo che tutti gli altri nomi per il dominio di my space che gli venivano in mente erano già esistenti, Devontè Hynes, che allora faceva ancora parte di una band dance-punk che rispondeva all’improbabile nome di “Test Icicles” (non serve tradurre), si ricordò di un fumetto che si divertiva a disegnare ai tempi del liceo intitolato appunto Lightspeed Champion. E trasformandosi in prima persona in questo supereroe, che originariamente sulla carta, aveva l’incredibile potere di saper risolvere complicatissime equazioni matematiche, Dev decise di staccarsi dai suoi compagni di urla trash. E fù cosi che creò quella rara perla di folk pop, influenzata dal country americano e basata principalmente su composizioni per chitarra acustica che è “Falling Off the Lavender Bridge”.
Dopo questa straordinaria quanto insospettabile trasformazione, probabilmente avvenuta in una cabina telefonica, la produttività artistica di questo 25enne nato in America, cresciuto a Londra e ora ritornato negli States è aumentata esponenzialmente. Oltre al nuovo album “Life Is Sweet! Nice To Meet You” ci sono molteplici bootleg condivisi gratis attraverso il suo sito, un side-project funky chiamato Blood Orange, una collaborazione con i Basement Jaxx e, come se non bastasse, la pubblicazione di un libro di fumetti e di diversi racconti. La prima cosa che si può notare al primo ascolto dei 50 minuti di “Life Is Sweet! Nice To Meet You” è certamente la sorprendente qualità del prodotto, che non si è persa a discapito della mole importante dei diversi lavori prodotti nell’anno stakanovista che questo giovine ha appena attraversato. La seconda invece, che si intuisce già dall’apertura per-niente-blues di “Dead Head Blues” è che questo nuovo lavoro sarà sicuramente ricco di arrangiamenti orchestrati magistralmente dal produttore Ben Allen che è riuscito, quasi sempre con risultati ottimi, a dare un senso all’esplosiva creatività di Dev.Cosi si passa da pianoforti classici, a duri power chords di chitarra come se nulla fosse. Inoltre le influenze del passato, come Queen, Bowie o Todd Rundgren si ritrovano nella teatralità della composizione, che per i giorni nostri si potrebbe accostare a Patrick Wolf o a Rufus Wainwright.
Ma è nulla rispetto al singolo “Marlene” che vorrebbe seguire il capolavoro del primo album “Midnight Surprise” e fonde chitarre e violini funky con intermezzi puramente classici che si riallacciano ad assoli a brutto muso mentre una voce implora “Stop Being Cool!”. Chiude la tripletta iniziale la struggente “There’s Nothing Underwater”, che dimostra una ricerca minuziosa e brillante della melodia. Segue il primo dei due brevi intermezzi strumentali che probabilmente servono a distendere le tensioni che crea l’alta emotività dei brani, per poi riprendere con la caratteristica teatralità di “Faculty of Fears” seguita a ruota dall’atmosfera barocca di “The Big Guns of Hightsmith” dove il nostro supereroe inforca gli occhiali da nerd parlando del teorema di Pitagora o lamentandosi di quanto sia doloroso essere quello che è sempre stato triste mentre una imponente coro maschile gli ordina di smetterla di lamentarsi.
A placare questa genialità straripante ci potrebbe pensare l’indie pop troppo facile di “Madame Van Damme”. Peccato che manchino ancora all’ascolto il caldo bagno jazz di “Smooth Day (at the Library)” e “Etude Op.3 Goonight Mikalek”, orgoglioso sfoggio degli sforzi profusi nello studio del pianoforte. Poteva poi forse non esserci in chiusura un numero country-western? “Middle Of The Dark” è l’ultima vera canzone del congedo ancora una volta affidato alla voce dei soli strumenti. Quello che ci rimane è un talento tangibile frutto dell’inusuale accoppiata genio e regolatezza, aspettando una nuova, sorprendente evoluzione.
2. Marlene
3. There’s Nothing Underwater
4. Intermission
5. Faculty Of Fears
6. The Big Guns Of Highsmith
7. Romart
8. I Don’t Want To Wake Up Alone
9. Madame Van Damme
10. Smooth Day (At The Library)
11. Intermission 2
12. Sweetheart
13. Etude Op.3 “‘Goodnight Michalek’
14. Middle Of The Dark
15. A Bridge And A Goodbye
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