I Black Rebel Motorcycle Club tornano sulla scena con “Beat The Devil’s Tattoo”, quinto album in studio per il trio losangelino (sesto se si considera anche “The Effects Of 333”). Il disco segue di pochi mesi la pubblicazione del primo live della band. Alla batteria non c’è più Nick Jago, che già  in “Howl” aveva fatto perdere le sue tracce: a rimpiazzarlo Leah Shapiro, nome già  noto per chi si interessa della scena shoegazer a stelle e strisce. Tra Sky Parade, Black Ryder, A Place To Bury Strangers, Raveonettes, e altre decine di gruppi ‘minori’ in America si sta formando una specie di ‘famiglia musicale dark’, un nucleo artistico in cui spesso una persona va a dare una mano agli altri, la cosa rispecchia un po’ quello che succede dalle parti della ‘famiglia Banhart‘. “Beat The Devils’s Tattoo” prende il nome dalla lettura che stava impegnando Robert Levon Been di “The Devil In The Belfry” di Edgar Allan Poe. Ecco quindi che un altro scrittore americano, presta le sue visioni alla band in nero (episodio già  accaduto con “Howl” dove il poema d’ispirazione era di Allen Ginsberg).

Volendo parlare dell’album, sotto il punto di vista prettamente musicale, la cosa è presto detta e l’aria che tira si capisce subito con l’apertura della traccia che dà  anche il titolo all’album o con le tracce immediatamente a seguire: cantilene elettriche dark e cupe. Distorsioni su tutto ma in modo intelligente come al solito, seppur ormai già  sentite decine di volte nei dischi precedenti. L’onda sonora è potente e piena di sovraincisioni, riff, voci e linee musicali che si intrecciano. A suonare sembra una band di sei persone ma ormai la cosa, seppur piacevole per chi è abituato a un sound ruvido, non è più niente di cui sorprendersi o per cui rimanere a bocca aperta. Il sound infatti rispecchia in pieno quello proposto negli anni precedenti. “Evol” richiama alla mente gli esordi (infatti la canzone fu scritta in quel periodo), “Bad Blood” potrebbe essere su “Take Them On, On Your Own”, così come “Mama Taught Me Better”, che sembra virare su quanto già  proposto con “Rise Or Fall”. Come al solito le cose migliori vengono fuori quando il ritmo cala e le chitarre sono acustiche. Peter Hayes è un ottimo chitarrista, ma ancora meglio fa quando imbraccia una six strings senza jack da inserire nel line-in delle casse, e la sua penna, i suoi testi, i suoi demoni possono venire a galla e toccare realmente chi ascolta. Ecco quindi che “Sweet Feelings” fa centro subito, “The Toll” mi fa chiudere gli occhi e ritrovare sperduto in Arizona da qualche parte nel deserto, senza neanche più un sogno in tasca e io quindi maledico il giorno in cui questi tre hanno deciso di continuare per la via elettrica mettendo da parte quasi totalmente il blues, l’armonica, e la tristezza country piena di Neil Young e incubi di “Howl” (e delle relative fantastiche “Howl Sessions”), vero capolavoro intimo e minimalista della band.

Il disco è ruvido e garage quanto basta per sentirsi un’eroe di un film gotico e pieno di pioggia, quando si va in giro con l’iPod nelle orecchie. Però non basta. Intendiamoci, non basta perchè questi sono i Black Rebel Motorcycle Club: se fosse l’esordio di una nuova band il discorso sarebbe diverso, ma queste canzoni sembrano già  masticate dalle orecchie ampiamente dopo solo pochi ascolti perchè, come già  detto, tutto suona un po’ un autocopiarsi. Da quello che ho capito i Black Rebel Motorcycle Club continueranno sulla via del rock più diretto anche per il futuro, finchè ci sarà  un batterista che gli suonerà  un ritmo tirato. A me non resta che sperare in un album solista di Peter Hayes.
Acustico.

Per il momento godiamoci un’altra piccola ondata oscura di vibrazioni maledette e distorte da parte di quella che è senza dubbio una delle live band migliori del pianeta, facendo finta che sia davvero una gran cosa.

Cover Album

Beat The Devil’s Tattoo
[ V2 – 2010 ]
Similar Artist: A Place To Bury Strangers, The Black Ryders
Rating:
1. Beat The Devil’s Tattoo
2. Conscience Killer
3. Bad Blood
4. War Machine
5. Sweet Feeling
6. Evol
7. Mama Taught Me Better
8. River Styx
9. The Toll
10. Aya
11. Shadow’s Keeper
12. Long Way Down
13. Half-State