Sogno la sera in cui il Teatro Ariston di Sanremo verrà invaso da festose ragazzine urlanti (cit.) che impazziscono per gli Hot Club De Paris. Perchè oh, se lo meriterebbero. Geniali senza mai prendersi sul serio e dotati di quell’irresistibile ironia tipicamente inglese che li ha portati a intitolare l’ep “With Days Like This As Cheap As Chewing Gum, Why Would Anyone Want To Work?”. Sì perchè loro non fanno uscire un terzo album, loro quest’anno fanno uscire due ep.
E beh, almeno per questa prima parte, sono sempre loro. Sanno come attirare l’attenzione con il loro essere così matematici e spigolosi, ma melodicamente morbidi. Con un suono robusto nonostante siano solo in tre, le armonie vocali e una curatissima scelta delle parole. Regalano cinque gioiellini di indie pop che forse perderebbero il confronto diretto con un qualsiasi pezzo del primo disco, ma che regalano diciotto minuti di gioia (più due minuti e mezzo non propriamente memorabili). Già , perchè “They Shoot Horses, Don’t They?”, anello debole della catena, è una canzone che sembra essere stata scritta e registrata in un momento di sbronza colossale, con dei buoni spunti che però non riescono ad amalgamarsi, e per di più è in mezzo ai riff assassini di “Dog Tired At The Spring Dance” e “Noses Blazing”, che la fanno sembrare ancora più superflua.
“With Days Like This”…” è un ep bellissimo da ascoltare perchè con le sue canzoni così naturalmente semplici riesce a far percepire il divertimento che aleggiava nello studio di registrazione ed è come essere lì con quei tre bambinoni di Liverpool a cantare tutti insieme abbracciati e un po’ pieni di birra. Adesso non resta altro da fare che aspettare un secondo ep allo stesso livello di questo per chiedersi per quale maledettissimo motivo abbiano deciso di non racchiudere il tutto in un vero e proprio album.
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2. Fuck You, The Truth!
3. Dog Tired At The Spring Dance Marathon
4. They Shoot Horses, Don’t They?
5. Noses Blazing
6. Extra Time, Sudden Death