Primo concerto italiano per la band guidata da Jonathan Meiburg. Nati come esperienza laterale al gruppo originario, gli Okkervil River, ormai ‘abbandonati’ tra le capaci mani di Will Sheff, gli Shearwater si sono trasformati, per il loro leader e cantante, in una seria e importante esperienza, e per noi in una presenza rilevante nel panorama indie americano. La nota fondamentale delle loro canzoni continua a rimanere la profonda voce di Jonathan, al centro delle composizioni e capace di magnetizzare l’attenzione di chi li ascolta. Tutt’attorno, però, le composizioni si evolvono, abbandonando parzialmente la vena prevalentemente sperimentale e spigolosa dei primi lavori, per abbracciare e dirigersi verso territori più melodici e riconoscibili, come per l’ultimo album, “The Golden Arcipelago”, un viaggio onirico e epico al tempo stesso.
Un bel concerto al venerdì sera sembra quindi perfetto. L’ideale per uscire, divertirsi , ascoltare ottima musica e rendere il giusto riconoscimento al lavoro di questi cinque ragazzi. Il circolo Arci della Casa 139 li accoglie nel migliore dei modi, affollato e preparato all’evento.
Il concerto è aperto dall’esibizione di David Thomas Broughton, con un’esibizione a metà strada tra l’esperienza musicale e quella cabarettistica, verrebbe da pensare, visto che il nostro, imbracciata una chitarra acustica e accompagnato da tre degli Shearwater, si diverte a intramezzare le sue proposte musicali con piccole trovate ai limiti del comico, cominciando ad usare il microfono per grattarsi i capelli, campionare il rumore di una bevuta dalla bottiglietta dell’acqua e rimandarlo in loop, o infilarsi ipotetici auricolari tra orecchie e naso. La musica fluisce tra una traccia di folk tradizionale e una scia dove l’improvvisazione porta verso la libera suggestione del momento, ai limiti di una sana presa in giro.
Finalmente, al termine di un’abbondante mezz’oretta di lucida follia, salgono sul palco i cinque texani, e la magia inizia. Appena la voce di Jonathan esce allo scoperto, tutta la sensazione di sogno e visionarietà che le tracce dell’ultimo disco trasmettono si trasporta all’interno del locale e diventa una stupenda esperienza tangibile. La musica resa dal viva diventa appena più concreta e scandita rispetto alla proposta di studio, sembrano prevalere le componenti ritmiche come le cadenze battute dai tasti, la ricchezza delle percussioni e la profondità dei bassi, elettrici o acustici che siano.
I musicisti, tutti attenti e concentrati, si scambiano gli strumenti, si spostano tra la retrostante batteria e le tastiere della prima linea, in un balletto che comunque conserva come baricentro la profonda voce di Meiburg, che dolce o urlata resta al centro della scena, quella reale del palco, affollato di strumenti e suonatori, e quella parallela dei suoni e delle suggestioni. Grande ricchezza di strumentazione, che comprende anche fiati, come la tromba di Jordan Geiger, percussioni assortite e meno frequentate, come lo xylofono e le maracas scosse da Thor Harris, e archi, come il contrabbasso di Kim Burke.
La scaletta è ovviamente incentrata sui brani dell’ultimo lavoro, punta subito in alto regalando già all’avvio grandi perle incantevoli, come la stupenda “Castaways”, una delle tracce più riuscite di “The Golden Arcipelago”, piazzata come secondo brano della serata. Il gruppo si muove sicuro e visibilmente affiatato da un brano all’altro, stando sempre attento ad intercalare momenti onirici e raccolti con vere impennate di trasporto emotivo. Come quelle che investono il pubblico quando arrivano alcuni ripescaggi dai precedenti lavori, accolti con applausi e grida di apprezzamento. Forse qualche ulteriore salto nel passato sarebbe stato gradito, ma il repertorio dopo quasi dieci anni di attività e sei dischi all’attivo incomincia ad allungarsi troppo per un recupero che non può che essere episodico e casuale.
Dopo un’ora e mezza di concerto, con generosità e capacità da vendere, gli Shearwater salutano e ringraziano, contenti dell’accoglienza ricevuta. Ovviamente contenti noi con loro, e convinti, con quello visto e sentito, di essere soltanto all’inizio di un bellissimo viaggio musicale, perchè i nostri hanno veramente tutte le capacità di regalarci ancora tantissimi momenti di piacere e divertimento.