Happy Birthday
S/T

Cazzo sono andato in fissa per quest’album dalle prime note. Da flebo! (sì, le scelte linguistiche non sono casuali ed adattate al tono dell’album).

Comunque si tratta di garage puro, con sputi di Pixies, New York Dolls, Sonic Youth e richiamo a roba più fresca come i primi Yeah Yeah Yeahs e i nuovissimi Surfer Blood. Non lasciati ingannare da accostamenti a Girls. Pensate ad immaginare a”….. chiedo troppo di ricordare gli Orbit? Quelli di Medicine? No ok, immaginate degli hipster froci con delle chitarre che cercano di imitare i Troggs ma prodotti dai Primitive Radio Gods.

Questi Happy Birthday (nome abbastanza cazzuto), hanno le plettrate degli Wavves, gli overdrive dei The Pains Of Being Pure At Heart e il mood dei Japandroids. Tracce concise nel trasmettere quello che vogliono. A metà  disco, su “Subliminal Message”, ti accorgi che è la colonna sonora di una scopata di sedicenni, o di una notte di speranza di uno sgangherato scrittore ultraventenne.
Quando esagerano negli slide digitaltrofici minimalsconnessi forse sono fuori dal loro fossato, decisamente più surfoide, che si manifesta in “Maxine the Teenage Eskimo”. “I Want to Stay” è discodance se fosse suonata dai Clash imbottiti di Tavernello. “Pink Strawberry Shake” ricorda i The Thermals, ma è più sentita nella composizione.

“Fun” può essere già  stata sentita ovunque, perchè è quella che qualunque musicista tracagnotto comporrebbe con la sua chitarrina e la diamonica, il primo sabato dopo essere stato mollato dalla ragazzina di turno. Credo che una delle maggiori abilità  di questi ragazzi della scuderia Sub Pop sia quella di scegliere i titoli.

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