Come rendere un mix unico e più simile ad un inedito ce lo insegna il bostoniano Edan che pesca dal passato contaminandolo col futuro. Hip Hop old school, mcs funkettari + synths folli e beatcutting da maestro.
“Beauty and the Beat” fece clamore: con quello spirito pesantemente hip hop ed una produzione indiscutibilmente eccelsa. Qui oggi invece troviamo un Edan completamente perso nel suo amore per il funky, la disco ed il ‘rap buono’ anni 80.
29 minuti di follia pura. Vocals preistorici dal retrogusto quasi nostalgico (spesso distorti, riverberati, impiastricciati digitalmente) interrotti da monologhi di synth futuristici e beatcutting degno di un DJ/Rupture in estasi tossica o di un giovine Falty DL per i frammenti più urban.
Pur essendo presente questa matrice sicuramente digitale e computerizzata (rendendo di fatto il lavoro essenzialmente elettronico) il mix ha un sapore analogico, non poco evidente. Il disco cioè mantiene “l’essere mix” nonostante l’enorme post filtering del genio Edan Portnoy.
Abbiamo così infine un prodotto originale sotto tutti i sensi, anche se dal subconscio carattere fuggente, forse per via della caoticità , meglio se recepita e tradotta in follia di un folle talento.
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