Ultimamente non sono in molti quelli che riescono a farmi arrivare alla fine di un disco senza che l’istinto di spararmi nelle caviglie prenda il sopravvento. Meno male che sulla terra c’è un uomo apparentemente altissimo (e sicuramente molto carino) che nel modo più semplice del mondo riesce a scrivere canzoni assolutamente incantevoli.

The Tallest Man On Earth, all’anagrafe Kristian Matsson, ha pubblicato il suo secondo lavoro, “The Wild Hunt”, ed è riuscito a mantenere la stessa linea dell’eccellente album di debutto senza stancare. Impresa non da poco, soprattutto per un ragazzo che si affida quasi totalmente a una chitarra.

Con la pronuncia acquisita da chi divora film americani in grande quantità  e con un forte stampo dylaniano, Matsson snocciola dieci pezzi folk di cui è difficile non innamorarsi. Canta con una voce ruvida dal timbro meravigliosamente amaro canzoni ottimisticamente malinconiche, canzoni scritte palesemente per se stesso e pubblicate perchè non farlo sarebbe un oltraggio nei confronti della musica. Tremendamente lo-fi, tanto da poter sentire ogni suo respiro, suona la chitarra con il cuore ed è sorprendente come gli arpeggi vadano a completare le melodie elevando il livello di brani ben scritti e caratterizzati da arrangiamento e produzione minimali. Matsson non sbaglia un colpo, non è mai banale nemmeno dal punto di vista dei testi e riesce sempre a suonare fresco. Non sbaglia nemmeno quando lascia da parte la chitarra per la piano ballad che chiude il disco, quella “Kids On The Run” di springsteeniana memoria.

“The Wild Hunt” è un ottimo disco dell’ennesimo artista che arriva dalla Svezia, terra dove sensibilità  e genuinità  musicale abbondano palesemente. è un disco per cui è inutile chiedersi se ci siano momenti migliori di altri, perchè ogni singolo momento di questo album è semplicemente bellissimo.