Quarto disco per i Tunng. Torna dopo quasi tre anni un gruppo che nei precedenti lavori si è sempre saputo muovere con facilità tra folk ed elettronica, costruendosi una propria identità senza mai far gridare al miracolo o al capolavoro, ma tenendosi sempre su uno standard qualitativo più che buono.
“”… And Then We Saw Land” non è quello che si direbbe il disco della svolta, nonostante i piccoli cambiamenti operati dall’ensemble britannico. C’è infatti una maggiore cura e attenzione per quanto riguarda le trame strumentali: tutto è molto più elaborato e studiato nel dettaglio, all’insegna della dinamicità stilistica. Suoni acustici se la giocano insieme ad una miriade di effetti elettronici, alternando momenti più cupi ad altri di atmosfera ben più solare, da sposare con alcune delle calde e limpide giornate primaverili di questi ultimi giorni.
Le voci femminili si intrecciano con quelle maschili in ballate folk venate di futurismo, mentre in altri brani si percepiscono addirittura degli echi nickdrakeiani, rintracciabili anche nel sound chitarristico. Ottimo anche il lavoro sulle ritmiche, mai prevedibili o scontate.
Il tutto va però abbinato ad un songwriting non sempre all’altezza, che forse riesce meglio nei momenti scarni piuttosto che in quelli più ambiziosi e ricchi dei più svariati elementi sonori.
Siamo comunque davanti ad un disco valido, che (ri)conferma le potenzialità dei Tunng e che li mette tra le migliori espressioni del cosiddetto sottogenere “folktronica”.
2. It Breaks
3. Don’t Look Down Look Up
4. The Roadside
5. October
6. Sashimi
7. With Whiskey
8. By Dusk They Were In The City
9. These Winds
10. Santiago
11. Weekend Away