C’è stato un tempo in cui i dischi, quelli lunghi, gli LP, non erano altro che raccolte di singoli. Poi sono arrivati i Beatles, è arrivato “Pet Sounds” e un poco alla volta le cose sono cambiate. Fino a quel punto, però, diciamo fino alla fine degli anni ’60, nel mondo della musica pop funzionava così: c’erano i 45 giri e quanto se ne erano impilati abbastanza si tirava fuori il 33. Per questo non era così insolito vedere i dischi lunghi delle band o dei solisti accompagnati da numeri cardinali (a volte anche ordinali) nel loro titolo: la raccolta numero uno, la raccolta numero due e così via. She & Him non hanno fatto uscire valanghe di singoli prima del loro disco d’esordio, “Volume One” del 2008, e nemmeno prima di questa seconda prova, “Volume Two”. E, sono certo, non gli mancherebbe la fantasia per inventarsi eventualmente qualche parola efficace per dare un nome ai loro album. La scelta di questi titoli è un’omaggio e un’indicazione per chi li ascolta. Una sorta di avvertimento, anche. Quello che facciamo arriva da quell’epoca, e in qualche modo a quell’epoca si ferma. Più in là dei Beatles e di “Pet Sounds” non ci spingiamo. Perchè? Perchè ci piace così.
She & Him sono l’attrice e cantante Zooey Deschanel e il chitarrista, arrangiatore e, anche lui, cantante M. Ward. Insieme scrivono e suonano canzoni che guardano decise al pop dei 60s, quello più solare e pacato e leggero, ma anche quello che con la sua brillantezza e semplicità ha segnato una stagione musicale irripetibile e importantissima. Il primo singolo estratto, “In The Sun”, spiega tutto con precisione. C’è la voce, semplice e ingenua, di Zooey Deschanel, c’è il sole, c’è una melodia facile facile, c’è un pizzico immancabile di malinconia, e c’è l’arrangiamento di M. Ward, arioso senza strafare, che si concede anche un solo di chitarra sul finale.
Il duo non perde di vista nemmeno per un secondo la propria strada musicale, e rispetto al ‘primo volume’, com’era prevedibile, acquista sicurezza e decisione. Se nelle canzoni e nel cantato di Zooey non si notano significative novità rispetto al disco del 2008, la differenza, lieve ma percepibile, la fa M. Ward, prendendosi qualche libertà in più in sede di arrangiamento. Atmosfere, suoni e background si fanno più ampi, con archi, cori e piccoli controcanti. Ne sono ottimi esempi “Don’t Look Back”, “Me And You”, “I’m Gonna Make It Better” e la splendida “Lingering Still”, accesa da un tocco sottile di flamenco. Poi ci sono le immancabili cover (“Ridin’ In My Car” del NRBQ e “Gonna Get Along Without You Now” di Skeeter Davis), scelte con cura e rese in modo impeccabile, meglio di quanto fatto nel disco precedente. In un paio di occasioni si torna anche più in dietro degli anni ’60: l’iniziale “Thieves” e la ballata conclusiva “If You Can’t Sleep” strizzano l’occhio ai 50s più romantici e colorati.
Il peso del pop uscito dagli anni ’60 non ha mai smesso di influenzare i suoni dei decenni a venire: è stata una rivoluzione che ha cambiato per sempre il mondo della musica. E se l’influenza di quell’epoca si può rintracciare con facilità ancora oggi nei dischi più interessanti in uscita (Grizzly Bear, solo per dirne uno), sono tanti quelli che semplicemente agli anni ’60 vogliono appoggiarsi per raccontare quel che hanno da dire (Lucky Soul, le prime Pipettes, ma anche Belle And Sebastian–God Help The Girl e un po’ tutto quello che è indiepop). E’ un formato tanto potente da attraversare mode e decenni senza perdere un briciolo della propria immediatezza e lucidità . Qui si piazzano anche She & Him. Il loro, certo, è un approccio filologico, che sfiora più volte l’omaggio fine a se stesso. Sono però le personalità di Zooey Deschanel, nascosta e affogata il più possibile in una frivola ingenuità , e per questo molto potente, e di M. Ward, forte di una credibilità e di una statura guadagnate sul campo, a regalare a queste canzoni la scintilla necessaria per renderle vive, genuine e, alla fine di ogni ragionamento, più che piacevoli. Da ascoltare senza pensieri: c’è bisogno anche di dischi così.
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