Mos Dub
S/T

Durante gli anni zero c’è stato un momento in cui la pratica del mash-up era sulla bocca di tutti, tanto da ottenere un programma di Mtv interamente dedicatole e da essere definita (dai soliti sprovveduti, attenti più alle mode che alla sostanza) come il futuro dell’elettronica o addirittura della musica. All’epoca il mash-up non produsse niente di memorabile ed è quindi singolare ritrovarsi ora, nel 2010, a parlarne: ma il motivo può essere soltanto uno, un’opera meritoria.

Il dj newyorchese Max Tannone non è nuovo a esperimenti del genere (in passato aveva infatti mixato insieme Jay-Z e Radiohead) e stavolta il risultato è davvero divertente: come suggeriscono l’alias scelto e l’omonimo titolo, il progetto fonde insieme liriche di Mos Def e classici reggae e dub per un risultato inaspettatamente omogeneo e divertente.
Il mood è morbido e rimbalzoso, le parti vocali (estratte da lavori sparsi durante tutta la carriera del talentuoso rapper e attore, soprattutto dall’esordio solista datato ’99) si sposano immediatamente e quasi perfettamente a basi che pescano nel miglior reggae e dub di quel fantastico momento che fu la fine degli anni sessanta in Giamaica (con netta preponderanza di artisti quali King Tubby e il suo discepolo Scientist).

Considerate poi che il disco, come pure gli altri lavori di Tannone, è in libero download e streaming on-line: se quindi non vi fidate della mia opinione potete tranquillamente farvi un giretto, ascoltare (non lasciatevi scappare pezzoni irresistibilmente appiccicosi come “History Town”, “In My Math” e “Hurricane Black”) e poi concordare con me.

Se siete appassionati di hip-hop questo lavoro è davvero consigliatissimo e con l’estate che arriva (arriva, vero?) pare quasi una manna; ma se siete digiuni di tali sonorità , “Mos Dub” potrebbe anche farvi cambiare idea, la commistione si presenta meno diretta e intransigente di un disco completamente hip-hop pur offrendo un notevole assaggio di uno degli artisti più importanti dell’ultimo decennio.