Frightened Rabbit, Unwinding Hours, We Were Promised Jetpacks, e ancora Dananananaykroyd, There Will Be Fireworks, e ovviamente loro, The Twilight Sad. Se non siamo al cospetto di un nuovo periodo d’oro per l”‘alternative-rock scozzese poco ci manca.
Nonostante l’assenza di una solida etichetta in grado di catalizzare sforzi e attenzioni di un’intera scena, come fu per la storica Postcard (Orange Juice, Josef K) sul finire dei ’70 e la Chemikal Underground a metà dei “’90, questo nuovo plotone di giovani band, nella maggior parte dei casi, dal suono già ben definito, lascia intravedere per Glasgow e dintorni un veloce ritorno tra i poli di maggiore interesse in ambito musicale. A nostro avviso i Twilight Sad su tutti sembrano in grado di affiancare, a stretto giro di posta, i decani di questo rinnovato movimeto ‘scottish guitar’ Biffy Clyro e Idlewild.
Dopo tutto la, seppur breve, biografia dei quattro giustifica anche la più ottimistica delle previsioni: la band con un solo demo e una manciata di live strappa subito un contratto con la FatCat, infila un tour interminabile negli States, conquista l’apprezzamento di pubblico e stampa d’oltre oceano, torna in patria con l’affascinante status di ‘la band scozzese che piace tanto agli yankee’ (l’ennesima aggiungerei”…) .
La seconda difficile prova su disco inoltre viene superata alla grande. “Forget The Night Ahead” costituisce una decisa messa a fuoco del ‘twilight sad sound,’ si libera, anche se non definitivamente, da certe influenze post-rock di chiara matrice Mogwai e divagazioni shoegaze, per proporre nuove ed indovinate soluzioni new-wave.
Incontriamo il cantante James Graham a poche ore dalla esibizione romana. Più che intento ad interrogarsi sul futuro della scena musicale scozzese e sui prossimi obiettivi da raggiungere alla testa dei suoi Twilight Sad il nostro ci pare ancora scosso dalle recenti disavventure nel belpaese”….
Ciao James come va?
Non tanto bene. C’è successo qualcosa di incredibile venendo qui a Roma. Partiti da Torino delle persone travestite da poliziotti c’hanno chiesto soldi e hanno fatto sparire i nostri documenti. Siamo ancora un po’ scossi”…
MMhh inziamo bene, insomma ancora una volta ‘Italia, Biùtiful Cauntri…’
Partiamo allora da una notizia decisamente più allegra. Il vostro tour italiano è accompagnato dalla notizia che “Forget The Night Ahead” è sold-out in Inghilterra. Credevo che i Twilight Sad fossero molto più conosciuti e apprezzati negli States.
Alcuni giorni fa abbiamo ricevuto una mail dalla nostra etichetta, ci comunicavano che la prima tiratura del nostro disco era sold-out in UK. La cosa effettivamente ci ha sorpreso perchè anche noi pensavamo di essere più popolari negli USA. Ma questo è accaduto spesso in passato anche con altri artisti, in Inghilterra arrivano notizie di una band scozzese che ha successo oltre oceano e la gente comincia ad interessarsi.
Il nostro primo disco è andato molto bene negli States la stessa fortuna non l’abbiamo avuta in Inghilterra, ora però è diverso, le riviste cominciano a parlare di noi, molta più gente ci conosce.
Forse uno dei motivi è da ricercare in un album che appare come un deciso passo avanti rispetto alle vostre esperienze passate. Confrontando “Forget The Night Ahead ” con il vostro debutto sembra infatti più evidente un miglior bilanciamento tra melodia e rumore, tra certe influenze new-wave e la vostra storica passione post-rock. Questo forse ha avvicinato la vostra musica ad un pubblico più vasto rispetto al passato.
“Fourteen Autumns”…” raccoglieva le nostre prime canzoni. Prima di allora io non avevo mai composto testi, così come la band non aveva mai realizzato musica, eravamo una band totalmente agli esordi. Poi abbiamo passato un anno intero in tour, suonando quasi ogni sera, tutto quello che è venuto dopo è stato il frutto di una naturale evoluzione. Come si dice spesso più una cosa la fai più migliori nel farla.
Concordo con chi trova nel vostro ultimo disco diverse influenze post-punk. In molte recensioni si tirano in ballo i Chameleons”….
Adoro i Chameleons. E comunque sono d’accordo con quanto scrivono. Anche in questo caso non c’è stata nessuna premeditazione. Ovviamente come tutti abbiamo ascoltato in passato Cure e Chameleons, ma ritrovarli ora nella nostra musica, credo, sia del tutto naturale.
Anche musicalmente il vostro ultimo disco suona decisamente più curato.
Andy ha lavorato molto sulle chitarre. Ne ha cambiate diverse prima di trovare quelle giuste, ha provato per 4 giorni interi gli effetti e i riff adatti. Lo stesso processo è stato adottato dal nostro batterista. Questa volta avevamo più tempo, siamo entrati in studio con le canzoni pronte e questo ci ha dato la possibilità di sperimentare e provare con maggiore libertà .
Avete suonato anche degli estintori”…
Si,si, in alcuni passaggi li abbiamo colpiti per emettere dei suoni. Ma non li abbiamo mai aperti”…
Appena fondata la band avete fatto solo un paio di concerti, inviato un demo alla Fat Cat e quasi subito ottenuto un contratto e un tour negli States. I vostri esordi non sembrano rispettare gli storici stereotipi rock che vogliono un artista collezionare anni di sudata gavetta e rifiuti dalle etichette prima di strappare un accordo discografico”….
Abbiamo passato diversi anni in studio, da soli, per realizzare il nostro primo demo. Volevamo essere certi di scegliere le canzoni giuste, farle suonare nel migliore dei modi, non volevamo muoverci alla cieca, volevamo che le persone, anche al primo ascolto, potessero dire “‘questa band ha un bel suono, una propria identità ‘. Questo è il motivo per cui in tre anni abbiamo fatto solo tre concerti. Il demo è stato spedito alla Fat Cat la quale ci ha risposto quasi subito proponendoci un contratto. Noi abbiamo fatto un bel sorriso e abbiamo detto thank you. Subito dopo ci hanno spedito in tour negli States, il nostro quinto concerto di sempre è stato a New York”…
In pratica siete stati catapultati in un’altra dimensione”….
Direi proprio di si. Immagina un giorno sei a suonare di fronte ai tuoi amici, qualche settimana dopo ti ritrovi oltre oceano a suonare in un club di Manhattan. Ci siamo ubriacati quasi ogni sera e suonato il più alto e forte possibile. Poi ovviamente abbiamo dovuto darci un freno, vivere l’esperienza in un modo più professionale”…. anche se tutt’ora ci ubriachiamo prima di un concerto”…
Avete anche dichiarato di non ambire ad essere headliner nei grandi festival”… anche questo “‘non è per niente rock’ “….
Ma si, dopo tutto non facciamo musica per queste ragioni. Vogliamo suonare le nostre canzoni, farlo con i nostri amici, non ci interessa impressionare la gente e ossessionarci perchè loro comprino la nostra musica. Certo se un giorno ci chiederanno di fare da headliner in un festival sarebbe fantastico, ma siamo coscienti di non essere quel tipo di band che da un giorno all’altro vende milioni di dischi. Noi semplicemente vogliamo crescere anno dopo anno, fare quello che hanno fatto i nostri amici Mogwai. Loro in dieci anni hanno costruito il loro sound, raccolto intorno a loro moltissimi fans. Per ora riusciamo a vivere grazie alla nostra musica e questo mi basta.
Hai parlato di Mogwai ai quali siete molto legati. Cosa significa per una band scozzese avere i Mogwai come padri tutelari?
Il più grande riconoscimento che potessimo ricevere è stato sapere che i Mogwai ammirano la nostra musica, che ci volevano in tour con loro. Ora siamo ottimi amici, ci danno continuamente consigli e sono estremamente disponibili, qualsiasi problema possiamo contare su di loro, telefonargli, bere un drink e parlare. Ad essere onesti è una situazione surreale se pensi che molti di noi sono cresciuti ascoltando la loro musica. Ma ne abbiamo passate tante insieme recentemente, e quindi ci siamo decisamente abituati a questa situazione.
So che non ami spiegare I tuoi testi. Io comunque ci provo. In “Cold Days From the Birdhouse” traccia d’apertura del vostro debutto ripeti in modo ossessivo le parole And your red sky at night won’t –follow me It won’t follow me now.
Ho composto questi versi parecchio tempo fa e ricordo che mi sono tornati in mente, quasi per caso, un anno e mezzo dopo quando ero negli States e buttavo giù le prime bozze del nostro album di debutto. Non c’è un particolare motivo per il quale sono stati scritti , e hai ragione non mi piace dare spiegazioni dei testi, preferisco che la gente le faccia proprie, immagini una sua interpretazioni e le leghi a momenti personali. Questo anche perchè una volta mi spiegarono il testo di una delle mie canzoni preferiti, e per me fu una grande delusione, non era minimamente vicino al significato che io davo a quelle parole.
Cosa mi dici invece di “How Became A Prostitute”?
Questa canzone ci ha creato un po’ di grane. In Inghilterra non puoi pronunciare la parola “‘prostituta’ in radio così la canzone veniva annuciata con il titolo di “How Become A”….” , mentre negli States hanno attaccato sulla copertina il famoso sticker “‘Parental Advisor’. E’ strano subire questa censura quando canzoni hip-hop e r’n’b’ sono piene di parole anche più “‘pesanti’ di questa e vengono costantemente passate in televisione e radio.
Il testo parla di diventare qualcosa che non vorresti mai essere. Mi dispiace che molta gente non abbia colto la metafora e si sia fermata all’apparenza di una parola scomoda.
Quale ragione vi ha spinto a realizzare un disco dal vivo come “The Twilight Sad Killed My Parents And Hit The Road”?
Volevamo andare in tour con i Mogwai ma non avevamo soldi. L’etichetta ha suggerito questa soluzione: registrate delle canzoni dal vivo e vendete il disco. Questo disco è dedicato alle persone che apprezzano la nostra musica e con loro noi siamo stati onesti fin dall’inizio, scrivendo all’interno del booklet il motivo di questa release. La copertina è stata fatta velocemente al computer da Andy, ha preso una cover dei Sonic Youth e ha applicato delle maschere”… questo rende l’idea dello spirito ironico con cui è stato realizzato.
Ok , in questi termini il titolo suona un po’ come sarei capace di uccidere i miei genitori per andare in tour con in i Mogwai.
Oh si, questo può essere il sottotitolo”…
Recentemente avete anche realizzato una cover dei Radiohead, “Climbing Up The Wall””….
Per celebrare il decimo anniversario di “Ok Computer” un sito americano (stereogum ndr) ci ha chiesto di realizzare una cover della nostra canzone preferita di quell’album. Abbiamo scelto “Climbing Up The Wall”, e ne abbiamo realizzato una versione low-fi”….
Pensando ai Radiohead mi viene subito in mente l’incredibile evoluzione che il suono di questa band ha subito in pochi anni. Vi immaginate in futuro capaci di sperimentare nuove soluzioni sonore, così diverse dalla vostra attuale proposta musicale ?
Perchè no. Ci piace pensare che il nostro suono possa muoversi in diverse direzioni. Ci sono poche cose che i Twilight Sad non cambieranno mai : il mio modo di cantare, la nostra passione per un suono “‘noise’ e il nostro essere scozzesi”… tutto il resto è modificabile”… Tra l’altro ne abbiamo già parlato, più in là potrebbero esserci anche cose alla Kraftwerk dentro la nostra musica.
Dobbiamo allora aspettarci una metamorfosi in stile Editors?
No, no, per carità . Tutti dicevano che gli Editors suonavano come i Joy Division, loro hanno realizzato un album totalmente diverso e il risultato è stato: gli Editors suonano come i New Order. Si capisce che non sono un grande fan degli Editors?