è una ristampa inaspettata e preziosa quella di cui vi sto per parlare.
Risale infatti al 2008 la pubblicazione dell’esordio dei romagnoli Santo Barbaro, intitolato “Mare Morto”, ma viene ora ristampato dalla Ribèss Records (in collaborazione con l’associazione culturale forlivese Different) in un lussuosissimo cofanetto contenente anche una raccolta di racconti a opera del cantante e chitarrista Pieralberto Valli.
Innanzitutto credo sia giusto spendere qualche parola per la parte letteraria (e grafica) del progetto: nelle diciassette brevi narrazioni si va definendo un’idea di diversità e lontananza che sfugge a facili banalità e gabbie ideologiche, l’attenzione per ciò che è differente non sfocia mai in slogan prevedibili, ma preferisce atmosfere metaforiche e profondità sfuggenti (il tutto impreziosito dal lavoro di Alessandro Degli Angioli che riesce a coniugare idee digitali con un gusto naif, immagini surreali e realizzazioni spesso iperrealiste).
La musica non si distanzia da quanto contenuto nel libretto “Un Giorno Passo E Ti Libero”: il tema centrale rimane il contatto (o lo scontro) tra culture, con particolare attenzione verso l’allontanamento e la perdita dell’identità ; la scelta di suonare delicatamente e deserticamente folk è quantomai appropriata. La struttura dei brani si piega alla verve poetica del cantante: sono spesso le parole a dettare il ritmo ai suoni.
è piuttosto inutile citare brani più significativi, l’ascolto è un’esperienza: un viaggio ancestrale che mostra davvero pochissimi difetti (una certa monotonia nel cantato che appesantisce leggermente il risultato è forse quello più evidente). Se proprio volete due titoli spiccano nell’insieme la torrenziale titletrack posta a conclusione, la potente “Santo Barbaro” che apre il disco e una desolante “Nero Deserto” capace di essere fortissima senza risultare mai sgraziata.
Un esordio che merita (sì, merita una ristampa che catturi l’attenzione anche dopo due anni dall’uscita ufficiale) e che speriamo possa al più presto avere un seguito.