Il ritorno dei Devo arriva dopo tanta attesa a cancellare tutte quelle paure che alcuni dubbiosi hanno portato avanti dopo i tanti anni di inattività studio e l’invecchiamento che non si può, ovviamente, contrastare. Ma la verità è che la carica di questa band non si è per niente attenuata e tornano, con questo “Something for Everybody”, più in forma che mai, aiutati da un sound moderno e vagamente dance.
Quello che propongono non è comunque molto diverso da ciò a cui tutti sono sempre stati abituati fin dal glorioso debutto, se non per l’evoluzione nel sound che si è progressivamente modernizzato fino a raggiungere in questo caso un ‘pareggiamento’ con quelli che sono i suoni tipici di questo genere nel duemiladieci. Non stupisce quindi che ricordino molti dei gruppi indie inglesi come i Franz Ferdinand (e molti altri) che storicamente si rifanno a loro, ma che hanno avuto dalla loro un avanzamento aiutato dall’assenza sulle classifiche delle band storiche come appunto Devo, Joy Division e, per certi versi, i Cure e i New Order. Il singolo “Fresh” da il via ad un filone di canzoni prettamente elettroniche e smaccatamente ballabili, con un’anima molto radiofonica e assolutamente intrisa di melodie, sia vocali che strumentali, difficili da dimenticare.
Le altre sono “What We Do”, “Don’t Shoot I’m A Man” e “Human Rocket”, quest’ultima un tuffo negli anni ’80 ma con i suoni degli anni zero. Non tra le migliori, ma sicuramente un brano azzeccato. “Step Up” e “Mind Games” ricordano vagamente le grandi hit storiche dei Devo ma si presentano però meno lucide, seppur non rappresentino gli episodi peggiori di questo lavoro (la lenta “No Place Like Home” può sembrare fuori luogo, forse per la poca versatilità della voce di Mothersbaugh, ma è essenziale per un disco in cui non c’è nessun diversivo se non questo brano, a livello di velocità ed atmosfera). “March On” in alcuni momenti risulta irritante, quasi un riempitivo, e probabilmente è questo il suo ruolo vista la posizione in tracklist (nonostante un ritornello comunque molto orecchiabile e che a molti piacerà ).
“Something For Everybody” ha molti pregi: è a passo coi tempi, presenta una band in grande forma, prodotta benissimo, con una presenza ottima a livello tecnico e con ancora le idee chiare, nonostante si innesti su un percorso che già avevano calcato e ricalcato per almeno due decenni, influenzando quasi chiunque volesse fare questo genere. L’unico difetto può essere proprio quello di arrivare fuori tempo massimo, proprio nel momento del declino del genere, ma questo almeno serve a contrastare le tesi di alcuni detrattori che parlano di “‘mossa discografica’, perchè, con un minimo di logica, si può capire come fare un disco del genere non li farà certo spuntare fuori su MTV a cinquant’anni. Diciamo solo che dopo tutto quello che hanno dato alla musica, se lo possono anche permettere. Una band che non invecchia mai, un disco più che buono, non sottovalutatelo.