LINE UP – 27/06/2010:
PYRAMID STAGE: STEVIE WONDER, FAITHLESS, JACK JOHNSON, RAY DAVIES, SLASH, NORAH JONES, PALOMA FAITH, YEOVIL TOWN BAND
OTHER STAGE: ORBITAL, LCD SOUNDSYSTEM, MGMT, WE ARE SCIENTISTS, GRIZZLY BEAR, THE TEMPER TRAP, THE HOLD STEADY, FRIGHTENED RABBIT, THE JOY FORMIDABLE
JOHN PEEL STAGE: ASH, JULIAN CASABLANCAS, BROKEN SOCIAL SCENE, GANG OF FOUR, THE DRUMS, HOLY FUCK, THESE NEW PURITANS, EVERYTHING EVERYTHING, BLACK CHERRY, DAN MANGAN
WEST HOLTS (FORMERLY JAZZ WORLD STAGE): RODRIGO Y GABRIELA, TOOTS & THE MAYTALS, QUANTIC & HIS COMBO BARBARO, STAFF BENDA BILILI, DR JOHN & THE LOWER 911, TUNNG, THE BEES, DIZRAELI AND THE SMALL GODS
ACOUSTIC STAGE: JACKSON BROWNE WITH DAVID LINDLEY, RICHARD THOMPSON, LOUDON WAINWRIGHT III, BLUES BAND, LONDON COMMUNITY GOSPEL CHOIR, JOEL RAFAEL, ROBINSON, FISHERMAN’S FRIEND, MAYHEW
THE PARK STAGE: EMPIRE OF THE SUN, DIRTY PROJECTORS, TONY ALLEN, ARCHIE BRONSON OUTFIT, BEAK, PORTICO QUARTET, FIONN REGAN, AVI BUFFALO, VILLAGERS, THE TRAVELLING BANG
EAST DANCE: DJ ABOVE & BEYOND, LIVE CRYSTAL CASTLES, DJ FILTHY DUKES, LIVE PROFESSOR GREEN, DJ YASMIN, LIVE NAIVE NEW BEATERS, LIVE CRYSTAL FIGHTERS, LIVE WE HAVE BAND, LIVE PRIMARY 1, LIVE INKO DANCERS
WEST DANCE: LIVE MAGNETIC MAN, DJ JACKBEATS, LIVE STANTON WARRIORS, DJ ADAM F, LIVE BLASTED MECHANISM, DJ TODDLA T, LIVE ALEX METRIC, DJ SOUTH CENTRAL, LIVE JAGUAR SKILLS, DJ A1 BASSLINE, LIVE KILLAFLAW, LIVE VIRUS SYNDICATE
WOW!: THE RATPACK, LIVE SNAP!, TAYO, LIVE FOUR TET, HYPERDUB WITH KODE9 + IKONIKA + TERROR DANJAH & DARK STAR, LIVE HUDSON MOHAWKE, LIVE DAM FUNK, ROSKA, UNTOLD, WEDGE, FUNKINEVEN, FALLING UP
CUBEHENGE: NORMAN JAY GOOD TIMES “‘CARNIVAL KING’, ASHLEY BEEDLE, DJ CRAIG CHARLES FUNK & SOUL, KORMAC, THE BEE KEEPERS, SLEDGEHEADBRISTOL, RSD, DJ FLORA FEAT DJ SKYLION, 2 KINGS
PUSSY PARLURE: MOVITS, LIVE KORMAC BIG BAND, LIVE TWILIGHT PLAYERS, LIVE THE CORRESPONDENTS, LIVE MOVITS, DJ NICK HOLLYWOOD, LIVE FAT 45, DANNY DANGER, DJ JOE WORRICKER, BROKEN HEARTS, LIVE TOP SHELF JAZZ, LIVE TRIO MANOUCHE, RANDY & EARLS OLD RECORD CLUB
MAGIC BUBBLE: RAMSES, DUBKASM, SOUND OF RUM, DOUGAL, UNITED VIBRATIONS, MAGIC BUBBLE RESIDENTS
SILENT DISCO (DANCE VILLAGE): SILENT DISCO DJ’S, EXCEEDA, NOVAK 3D DISCO
GLADE STAGE: LEVELLERS, ALABAMA 3, ARTHUR BROWN, QUINTESSENCE, SYSTEM 7, FORM (ANS & ALLABY), CASSETTE BOY FEAT DJ RUBBISH, INVERSE GRAVITY VEHICLE, THE WIDOWMAKER, SOMEWHERE BETWEEN HERE AND THE STEREO
GLADE LOUNGE: TRISTAN – LIVE, LUCAS, FORM, MAJOR CLANGER, MIRROR SYSTEM, ALI JI, MERV, HFB, DJ ALEX PATERSON, NAKED NICK
AVALON STAGE: GOMEZ, THE SAW DOCTORS, IMELDA MAY, JUDY COLLINS, KEANE, TEDDY THOMPSON, ADRIAN EDMONDSON & THE BAD SHEPHERDS, KIRSTY ALMEIDA, ELLEN & THE ESCAPADES
CRIOSSANT NEUF: RSVP, THE BAGHDADDIES, OUTDOOR & BANDSTAND, ENTERTAINMENT, ZEN ELEPHANTS, PROF NOHAIR & THE WIG LIFTERS, CORINNE BAILEY RAE, THE STRUMPETTES, THE PEOPLE’S STRING FOUNDATION
THE QUEEN’S HEAD: SEAN ROWLEY, DAN LE SAC VS SCROOBIUS PIP, AVI BUFFALO, THE MIDDLE EAST, CHIEF, I AM KLOOT, FIELD MUSIC, GOLDHAWKS, ALESSI’S ARK, MOUNTAIN MAN
LEFTFIELD: PAUL HEATON, THE KING BLUES, LUCKY SOUL, COMEDY HOUR, BILL’S BIG ROUND-UP, DEBATE – ANOTHER WORLD IS POSSIBLE, DEBATE – STOP THE CUTS – 6 MUSIC/ASIAN NETWORK
STONEBRIDGE BAR: HEAVENLY JUKEBOX PRESENTS HVN JBX, VERY SPECIAL GUESTS, RACKNRUIN, MAN LIKE ME (DJ SET), MR SHIVER (SIZE DOESN’T MATTER), JEFF BARRETT (HEAVENLY JUKEBOX)
THE RABBIT HOLE: DUBBLE HEAD, SPECIAL SECRET GUESTS, BAD HATTERS CABARET, THE KLEPTONES LIVE VJ/DJ SET, ELVIS(THE REAL ONE), THE TRAVELLING BAND, PERHAPS CONTRAPTION, RABBIT FOOT SPASM BAND, BABESHADOW, TROY ELLIS AND THE LONG SHOTS, SOUND OF RUM, LION CHILD, JOSH THORNER, HOT TIN CAT, GEORGIE POPE
BOURBON STREET: ALPHA MANOUVRE, TOP SHELF JAZZ, P-A-U-L, CARMEN GHIA & THE HOTRODS, BRIGITTE DEMEYER, BEN MARTIN, SANDI THOM, ALL STAR GOSPEL SESSION
POETRY & WORDS: GLASTONBURY FESTIVAL POETRY SLAM (HOSTED BY KAT FRANCOIS), HELEN GREGORY AND BENITA JOHNSON, PETE HUNTER, PETE THE TEMP, JEAN BINTA BREEZE, POETICAT, LUKE WRIGHT, JO BELL (WEBSITE POET IN RESIDENCE), BOHDAN PIASECKI, JULIAN RAMSEY-WADE, PENNY ASHTON, BABA BRINKMAN , COMPERES ““ DREADLCOKALIEN AND ABBEY OLIVEIRA
THE HUB: BUNTY, DJ SWITCH, THE HUB WALL SPECTACULAR, SOLUTION SOUND FEAT. MC POISON, LOVE GROCER HORNS SECTION AND YT, NIK DIEZEL, NIK DIEZEL, PàŠLE-MàŠLE (LIVE), DJ CHRIS VAN TOFU, SBO BAND, THE CEDARS, WAGON TALES, CUT A SHINE AND THE BELLES OF LONDON HOEDOWN , SERIOUS SAM BARRETT
CLUB DADA: RAFAN, BIRDY NAM NAM, ORCHESTRA DEL SOL, BRASSROOTS, BLACKBERRY WOOD, VICTOR MENACE, KING PORTER STOMP, BUNTY, DJ TOFU
BBC INTRODUCING: CHEW LIPS, DARK HORSES, MAN WITHOUT COUNTRY, SEVEN SUMMITS, LETTIE, DRY THE RIVER, SPECIAL GUESTS, BROADCAST 2000, PATCH WILLIAM, END OF LEVEL BADDIE, JOHN E VISTIC EXPERIENCE, THE THEORY OF 6 DEGREES
THE BIMBLE INN: SPECIAL GUEST, THE AMIGOS, ROOTS UNION, WILFREDO, GUEST DJ, OPEN MIC, JOHN SMITH, VERY SPECIAL GUEST, WILLE AND THE BANDITS, DAN MANGAN, SLIGHTLY OFFENSIVE STEVE, BEANS ON TOAST

Domenica. L’ultimo giorno. Ancora il cielo azzurro, ancora sole. Te lo chiedi, se un’edizione così ci sia già  stata. Senza nemmeno una goccia di pioggia, senza fango. Te lo chiedi, ma lo tieni per te. Aspetti a dirlo, non sia mai che”… In fondo sono solo le dieci e mezza del mattino. Riporti il pensiero al suo posto, lo sguardo sulla guida e sai che oggi, almeno per un paio d’ore, andare da un palco all’altro sarà  più agevole. Oggi c’è Germania ““ Inghilterra e sono già  tutti pronti con le bandiere dipinte in faccia (anche una minoranza di tedeschi) e le magliette. Qualcuno va già  a piazzarsi davanti ai maxischermi. Sono i mondiali, non si scherza.

Passare davanti al Pyramid Stage mentre la Yeovil Town Band dimostra che una banda di paese non è fuori luogo a un festival, soprattutto se la suddetta banda ha fatto della perfezione musicale la propria ragione di vita, per arrivare all’Other Stage per la seconda metà  del set dei Joy Formidable, band che a Milano non aveva particolarmente entusiasmato. A Glasto invece sì. Sarà  l’atmosfera, sarà  la magia del posto, ma qui quelle canzoni sono diverse. Sono potenti e interessanti, sono corte ed efficaci: un ascolto al disco non si negherà . Ora, finalmente, i Frightened Rabbit. Suonano quattro canzoni da “The Midnight Organ Fight” e quattro dal loro ultimo lavoro “The Winter Of Mixed Drinks”. è bellissimo starli ad ascoltare seduti sull’erba e vederli piano piano conquistare tutti. Dall’inizio con “The Modern Leper” al finale con “Keep Yourself Warm” l’entusiasmo del pubblico aumenta sempre di più ed è una mezz’ora meravigliosa, è la mezz’ora che vorresti ogni domenica mattina per iniziare al meglio la giornata, soprattutto quei tre minuti e mezzo di “My Backwards Walk”. C’è un po’ di tempo prima del prossimo concerto e ti fermi all’Other Stage ancora per un po’. Ascolti mezzo set degli Hold Steady che danno una lezione di divertimento: il cantante non smette mai di ridere, di saltare, di muoversi. Si diverte come un bambino ed è impossibile non amare questa performance. Si confermano l’ottima live band che avevo visto due anni fa, ti caricano per bene e un po’ dispiace lasciarli lì, ma al Park Stage ci sono gli Avi Buffalo. No, non hai idea di chi siano, hai solo letto qua e là  che meritano e allora ti prendi una birra e ti metti lì davanti a loro ad ascoltarli. Sono dei ragazzini, sono giovanissimi e hanno già  delle idee incredibili. Hanno quelle canzoni che solo la mente giovane di chi ci crede tantissimo riesce a partorire, hanno delle melodie infallibili e suonano bene insieme. Sono un po’ timidi, ma coinvolgenti anche per chi non li aveva mai sentiti prima.

Tra la fine del loro set e l’inizio di quello di Fionn Regan guardi ancora la guida e ti rendi che, dopo di lui, la tua scelta sarà  indubbiamente la migliore. Mancano quindici minuti alle tre, quindici minuti all’inizio della partita e nonostante questo, al Park Stage, c’è più gente di quanto ti aspettassi. E anche più di quanta se ne aspettasse Fionn Regan stesso. Ecco un altro artista di cui hai sempre sentito parlare bene, ma che non hai mai approfondito. Ed ecco un’altra bella sorpresa. Quarantacinque minuti di ottimo cantautorato nella sua forma più classica, suonato in gran parte con l’ausilio di una band e per il resto del tempo solo con una chitarra acustica. Una voce stupenda e mai una canzone che non convinca. Senti l’amore per questo festival crescere sempre di più ogni minuto che passa. è il posto più bello del mondo, l’ho già  detto?

Non sapere cosa stia succedendo in Sudafrica, ma sapere perfettamente cosa sta succedendo a Glastonbury. Si sente in lontananza la telecronaca della partita e c’è uno strano silenzio. è quasi finito il primo tempo e questo silenzio non è normale. Un sms con aggiornamenti su quello che sta succedendo in campo. Ora è tutto più chiaro e un po’ vorresti vederla, la partita, ma la musica è più importante. Il menù offre Grizzly Bear all’Other Stage, Keane all’Avalon, The Drums al John Peel e Ray Davies al Pyramid Stage. Elimini i primi due senza problemi e pensi un secondo ai Drums, ma in fondo, chissenefrega? è forse concepibile l’idea di perdersi Ray Davies? Mai. Ti piazzi in ottima posizione al Pyramid Stage e ti godi una performance trionfale in ogni suo aspetto. L’inizio semi acustico con “I Need You”, il seguente ingresso della band per una perfetta performance rock’n’roll e anche il coro del Crouch End Festival sempre in grado di rendere i pezzi ancora più epocali di quanto già  non siano. è addirittura commovente, ci sono tutte le canzoni dei Kinks che volevi sentire, c’è quella “Sunny Afternoon” che va avanti ancora per un ritornello dopo la fine perchè Ray Davies ci tiene a farci cantare ancora, dato che è la prima volta che suona a Glasto con il sole, e c’è una “You Really Got Me” qualunque, piazzata lì a metà  concerto e cantata con l’aiuto del coro. E del pubblico ovviamente. Un pubblico instancabile che canta ogni singola canzone con una gioia pazzesca. Il tutto diventa ancora più commovente con gli immancabili pensieri rivolti a Pete Quaife, scomparso da pochi giorni: sono per lui “See My Friends”, “Johnny Thunder” e “The Village Green Preservation Society”. E poi è di nuovo gioia da rock’n’roll con “Lola” e via, fino alla chiusura della trionfale ora di Ray Davies con una versione da brividi di “All Day And All Of The Night”. Non avere parole e ripetere sempre le stesse. In questo caso potresti continuare a ripeterlo all’infinito: trionfale. Mentre i Drums deludevano i presenti (così mi dicono fonti certe), Ray Davies ha fatto una performance trionfale che non dimenticherai mai.

Inutile spostarsi troppo, si resta in zona aspettando il prossimo appuntamento imperdibile. Tappa al Cider Bus per una pinta di sidro del Somerset da sorseggiare, mentre il sole sta calando, con il buon Jack Johnson in sottofondo. L’ennesimo artista di cui non hai nessun disco, ma che dal vivo potresti ascoltare per ore. Soprattutto in queste condizioni: sidro, sole, estate, Glasto. Una chitarra, una bella voce e delle belle melodie. Cosa chiedere di più? Dura poco però, è già  ora di andare al Queen’s Head, dove i Field Music stanno finendo il loro set. Aspetti che finiscano e ti metti in seconda fila per gli I Am Kloot, rinunciando agli MGMT che stanno suonando in questo stesso momento sull’Other Stage. I tre mancuniani suonano per quaranta minuti e fanno uno dei set più coraggiosi del weekend. Suonano quasi solo canzoni nuove e il rispetto per la loro esibizione è straordinario. Tutti i presenti sono zitti e ascoltano con attenzione, ammaliati dalla bellezza di canzoni che raggiungono un livello superiore grazie a due violiniste, un tastierista e un sassofonista. Non è facile coinvolgere così tanto un pubblico solo con pezzi nuovi, senza l’aiuto di colossi come “Proof” o “Because”, ma gli I Am Kloot ci riescono. La precisione e la sicurezza con cui portano avanti il loro set sono assolutamente incantevoli.

Manca poco meno di un’ora alla performance di Julian Casablancas al John Peel Stage. Ci pensi un attimo e decidi che ce la farai, che riuscirai ad attraversare il Pyramid Stage e a raggiungere la meta. Non sarà  facile, ma hai fiducia nei tuoi mezzi. In questo preciso momento il Pyramid Stage è la pista da ballo più grande che abbia mai visto. Sul palco Faithless. Sotto al palco una folla di almeno sessantamila persone che ballano. Tutti. Ed è una cosa talmente bella che toglie il fiato. Ti ricordi il millenovecentonovantotto e la dancefloor chart su mtv. Al primo posto c’è stato per un sacco di tempo “God Is A DJ”. Adesso la stai ascoltando dal vivo. This is my church. Chi ci aveva mai pensato a Faithless? Chi si aspettava che potessero fare uno show così? Sei in mezzo a quella pista da ballo per trentacinque minuti (metà  della performance) e quando arrivi dall’altra parte del Pyramid Stage, quasi ti dispiace. Soprattutto perchè al John Peel, quel puzzone di Julian inizia con quindici minuti di ritardo e delle quattro canzoni che volevi sentire, ne sentirai solo due (“Automatic Stop” e “River Of Brakelights”). E sono anche inascoltabili! Maledicendo il puzzone, torni sui tuoi passi e ti fermi al Pyramid Stage per Stevie Wonder. Stevie Wonder che quando apre la bocca per cantare ha la voce di un ragazzino, Stevie Wonder che fa la cover di “We Can Work It Out” dei Beatles e di “Human Nature” di Michael Jackson.

Stevie Wonder che suona “Uptight” facendoti tornare in mente “Step Out” degli Oasis. Stevie Wonder che suona da quarant’anni sempre con un’energia e una passione che farebbero comodo a molti gruppettini appena usciti. Stevie Wonder che fa cantare tutti con il classicone “I Just Called To Say I Love You” e che porta sul palco Micheal Eavis, il creatore del festival, per “Happy Birthday”, dedicata al festival stesso.

Quanta felicità  alla fine di questo concerto, quanta felicità  alla fine di questo festival. Foto con gente a caso che scambia fazzoletti di carta per una caramella. Farsi l’ultimo giro al Park Stage e guardare Worthy Farm illuminata. Uscire dal Gate A per l’ultima volta senza essere controllati. Sognare questo festival da una vita e finalmente averlo vissuto. L’edizione senza nemmeno una goccia di pioggia, senza fango. Best Glasto ever leggerai il giorno dopo su siti vari ed eventuali. E credetemi, Glastonbury non è la line up. Glastonbury è la gente, è l’atmosfera, è un mondo a parte, un mondo meraviglioso senza problemi, ma con tanta musica e tanta birra. Come ha detto Wayne dei Flaming Lips: Glastonbury è il festival. Tutti gli altri sono solo imitazioni. Leggere report o guardare i video su youtube non rende l’idea. Andateci, una volta nella vita.

Link: