Come si può descrivere quella sensazione che ti fa venire voglia di alzare le braccia al cielo e cantare ogni canzone più forte che puoi anche se non sei a un concerto, ma sei semplicemente in camera tua ad ascoltare un disco? Beh, in ogni caso, i Gaslight Anthem sono bravissimi a farla provare, quella sensazione.
Arrivano con il loro terzo lavoro, “American Slang”, e se a metà del primo ascolto sai già che ti piace, alla fine del terzo stai pensando che, forse, alla fine dell’anno si meriterà un posto nell’immancabile classifica. Non ci sono rivoluzioni, non hanno stravolto il loro stile e il loro suono. Sono sempre rapidi e immediati, con la voce ruvida di Brian Fallon che canta testi mai banali.
Iniziano un po’ più lenti di quanto ci si potrebbe aspettare e la title track necessita di qualche ascolto prima di convincere del tutto, ma fondamentalmente è tutto come lo ricordavamo, è tutto così americano, con le influenze springsteeniane, con un pizzico di blues e quell’atmosfera che solo chi suona con passione riesce a creare. Non mancano le canzoni che potrebbero stare tranquillamente su “The ’59 Sound” come quei quattro pezzoni da sing-along che rispondono ai nomi di “Stay Lucky”, “Orphans”, “Boxer” e “The Spirit Of Jazz”. E non mancano nemmeno momenti più lenti (“The Diamond Church Street Choir” e “The Queen Of Lower Chelsea”) in grado di dare una certa varietà a questo lavoro. La traccia che chiude il disco, “We Did It When We Were Young”, è indubbiamente la prova vocale migliore di Brian Fallon, che riesce a trasmettere (su doppia traccia vocale) grandissima emotività e a chiudere nel migliore dei modi un album di cui non si può che essere orgogliosi.
“American Slang” non è migliore del suo amatissimo predecessore, ma contiene alcuni piccoli gioiellini capaci di farci ricordare per quale motivo adoriamo talmente tanto la musica da metterla nei primissimi posti della lista di cose a cui non rinunceremmo mai. Schiacciate play e immaginate di essere sotto al palco a cantare and the lonesome understand with the choirs in my head, and we were orphans before we were ever the sons of regret. Non è una sensazione bellissima?
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2. Stay Lucky
3. Bring It On
4. The Diamond Church Street Choir
5. The Queen of Lower Chelsea
6. Orphans
7. Boxer
8. Old Haunts
9. The Spirit of Jazz
10. We Did It When We Were Young