Perchè si va ad un concerto di Paolo Nutini? Se sei fan ci vai perchè vedendolo riesci finalmente a coronare uno dei sogni della tua vita (ossia vedere, anche se in lontananza, uno dei tuoi idoli mentre canta dal vivo il meglio del suo repertorio ““ a volte bisogna pure ricordarsi che il mondo della musica è fatto essenzialmente di sogni da coronare e di felicità data dal veder coronati i propri sogni), se non sei fan e non sei curioso te ne stai a casa a fare altro, se sei il solito indie-snob che ascolta un disco solo perchè ne ha parlato Pitchfork sei un caso umano, mentre se non sei fan ma almeno sei curioso e conosci (ed incidentalmente gradisci) i suoi cavalli di battaglia ci vai per ascoltare un ragazzo che sa scrivere una canzone pop che funziona alla grande, sa renderla bene dal vivo e tiene il palco con classe da veterano.
Ed è con la consapevolezza di appartenere a quest’ultima categoria di persone che mi sono recato al concerto di Paolo Nutini a Ferrara. E com’è stato questo concerto? è stato in bello spettacolo pop (momenti rocksteady a parte, ma in questo caso il problema è tutto mio) che ha regalato parecchio divertimento ai presenti e a me medesimo, che purtroppo non sono abituato (anche in questo caso il problema è tutto mio) a concerti, a pubblico ed artisti di questo tipo. Forte di una voce che lo rende una credibile versione 2.0 di Rod Stewart, Nutini ha suonato un set intenso e sentito accompagnato da una band con un tiro notevole, e la gente ha gradito e ballato nonostante il caldo torrido. “New Shoes”, “No Other Way”, “Candy”, “10/10”, una insospettabile (ed azzeccatissima) cover di “Time To Pretend” dei MGMT, una (non so quanto) ironica cover conclusiva di “Caruso” di Lucio Dalla: Nutini non si è fatto mancare nulla ed ha dimostrato che merita di essere la popstar che è.
Peraltro (ma sono solo impressioni personali, non sono la verità assoluta) ho visto più coraggio in una esibizione del genere che nell’ennesimo live dell’ennesima new sensation da Pitchfork (o a scelta, nell’ennesimo dinosauro dell’indie rock che si ricicla per la gioia delle nuove generazioni che per ovvi motivi anagrafici non hanno potuto vivere il suo passato) che suona col pilota automatico cose già vecchie in partenza perchè fatte da altri o, peggio, riciclate senza pudore per il pubblico pagante. Ma ad essere troppo sospettosi spesso e volentieri si sbaglia, ed allora diciamo che quello di Paolo Nutini ha il pregio di essere il classico tipo di concerto che può piacere a tutti e che una volta finito ti lascia il sorriso sulle labbra, ed allora ben vengano concerti del genere che sono in grado di farti dimenticare per qualche ora i piccoli e grandi problemi della tua esistenza.
Foto Thanx to Luca Gavagna “Le Immagini”.
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