Riunite in una stanza 20 o più persone nel nome dei Roots e “How I Got Over” riempirà tutto quello che c’è fra le teste e il soffitto.
Spallate, strisciate di pelle bagnata, birra gelata, persone che non vedete da anni appena girate il muro portante della cucina, i 2 più sfigati del gruppo che limonano all’angolo, il tizio che brekka in salotto”… non volevo farla troppo lunga, ma mi sono lasciato prendere la mano.
Non volevo farla troppo lunga perchè la cosa più vera che posso dire è che “How I Got Over” è superiore anche a “Rising Down” (2008), per ciò che mi riguarda. E’ la cosa più vera ma anche la più breve, tutto il resto sono pixel neri che contrastano su pixel bianchi di sfondo, ovvero cartelle di illazioni buttate lì.
Ora, questa non è una cosa facile da motivare, perchè Rising Down non è affatto male e perchè i Roots difficilmente prestano il fianco ad uscite sottotono. Perciò passatemi un giudizio di stomaco, per una volta!
Se proprio non siete mai capitati in uno di quei festini giù al Village, i Roots da Filadelfia, sono in carreggiata dal 1987 e probabilmente sono il gruppo meno hip hop e più trasversale, fra tutti i gruppi hip hop. Non a caso, in un modo o nell’altro, hanno contribuito a “How I Got Over”: Dirty Projectors, Monsters of Folk, Patty Crash e Joanna Newsom.
Fedeli ancora una volta all’accompagnamento strumentale con basso, chitarra e batteria, anche dal vivo; appaiono in controtendenza in una scena che vede nelle campionature selvagge un must, a prescindere dall’effettiva necessità .
Proprio per questa peculiarità non stupisce che in “Dear God 2.0” i Roots abbiano featurizzato i Monster Of Folk, il gruppo tutt’altro che rap di Jim James (dei My Morning Jacket) e Conor Oberst (aka Bright Eyes). Giuro che ad intermittenza “Dear God 2.0” sembra proprio un pezzo dei My Morning Jacket!
Si potrebbe poi accennare a come la voce indolente di Patty Crash renda sexy “The Day” in modo imbarazzante; o dell’altrettanto penetrante voce di Joanna Newsom in “Right On”. Ma servirebbe davvero a qualcosa andare oltre? Stiamo parlando di 14 potenziali singoli!
“How I Got Over” è un disco di rara freschezza la cui peculiarità principale è quella di trascinare e rapire, dalla prima all’ultima traccia. Destinato a ritagliarsi il suo spazio fra le migliori uscite del 2010, garantito.