Alex Tassel
Heads Or Tails

Il secondo lavoro da solista del trombettista francese Alex Tassel è una piacevole incursione nell’universo bop che ricorda molto lo stile del primo Freddie Hubbard, dal suono potente e lirico.

“Heads Or tails” è un lavoro che non concede reinterpretazioni di brani più famosi ““ tranne nell’omaggio a Django Reinhardt ““ ma è permeato da numerose influenze, mirabili pagine di storia del jazz scritte da trombettisti geniali come Miles Davis (a cui dedica “Miles around”).
è vero che potrebbero esserci zone del bop ancora inesplorate ““ cosa difficile dato che è già  stato detto tutto parecchi anni fa ““ ma è altresì vero che sta prendendo piede una corrente revivalista capitanata dal furbetto Wynton Marsalis, ormai all’apice della notorietà .
Ecco, Alex Tassel si inserisce decisamente in questo percorso, il suo discorso musicale, per quanto onesto e piacevole, non aggiunge nulla di nuovo nè tantomeno accenna ad andare oltre, a superare i modelli di riferimento. Un jazz rassicurante, per persone che non vogliono giocarsi troppo la mente e l’udito, che preferiscono un bagno rilassante al mare piuttosto che il trekking faticoso e impervio su di una montagna.

Tassel non ha spirito dell’avventura, suona solo per piacere, non propone un jazz ostico ma per turisti in cerca di qualche brivido jazz, ha un forte senso della melodia e, per fortuna, non è un virtuoso.
“Heads Or tails” è un disco divertente, fresco, estivo, che magari rischia, in alcuni punti, di essere piatto e in altri più frizzante ma che, nel complesso, scorre veloce nello stereo.
Molto bello l’omaggio, già  citato, a Django Reinhardt dal titolo “Anouman”, uno degli ultimi brani del chitarrista belga, composto nel 1953 poco prima di morire. Un brano denso di spiritualità , evocativo, rivolto al dio delle popolazioni zingare che si distacca dal resto del disco per la sua profondità . Tassel lo arrangia con precisione e dedizione, dimostra di essere un trombettista pulito, dal suono morbido e affascinante.