Esce per l’etichetta inglese Loaf il secondo disco degli Extra Life guidati dall’ex Zs Charlie Looker, a due anni di distanza dall’esordio “Secular Secularsworks”: il territorio in cui si muove la band di Brooklyn è largamente rock, si possono scorgere accenni al metal, al prog anni settanta e a certa avanguardia tipicamente newyorchese, ma il marchio di fabbrica rimane l’uso della voce, d’impronta dichiaratamente medievale.ievale.

La traccia d’apertura, la breve “Voluptous Life”, smaschera subito i richiami al math-rock più massiccio (si capiscono velocemente gli apprezzamenti di Tyondai Braxton dei Battles), aggiungendovi una linea vocale che farà  la gioia di qualsiasi ascoltatore epic-metal. La successiva “The Adder” alterna eterei ricami pop e brutalità  hard-prog, convincendo dopo un inizio troppo impalpabile. Compatta il suono invece la titletrack tra ricordi bucolici e impennate degne del Rhys Chatham più pressante; condivide le stesse coordinate la conclusiva “The Body Is True”, con tanto di pesantezze doom e accelerazione finale.

“One Of Your Whores” accumula stonature come fosse il primo Glenn Branca, ma perde consistenza tra inutili sperimentalismi; mentre le architetture sghembe e cadenti di “Easter” fanno echeggiare l’elettricità  prima dei due madrigali, affascinanti ma senza la profondità  che caratterizzava i Dead Can Dance (immediato riferimento), “Black Hoodie” e “Head Shrinker”.
“Made Flesh” apre scenari sempre più ampi per gli Extra Life, ma tra le idee e la realizzazione si nota uno scalino che rende il risultato finale eccessivamente ostico e spesso inconcludente.