Fol Chen
Part II: The New December

Il primo impatto col nome Fol Chen l’ho avuto a maggio di quest’anno: diversi miei amici che erano andati a vedere il concerto dei Liars mi avevano detto che l’opening band erano questi californiani. Per niente convincenti era stato il giudizio quasi unanime. Memore della performance del precedente gruppo spalla dei Liars che ascoltai (un gruppo australiano di cui non ricordo neanche il nome, pardon), il primo pensiero fu che Angus & co. non sono davvero fortunati nella scelta dei compagni di tour. Due mesi dopo scorgo la lista dei cd da recensire: ritorna il nome Fol Chen. Lo faccio mio.

Inizio così a studiare ed ascoltare l’ ‘opera omnia’ dei nostri. I Fol Chen sono un combo statunitense capitanato da Samuel Bing ed escono per la Asthmatic Kitty (la casa discografica di Sufjan Stevens). Le coordinate ci dicono quindi indie folk? Nì.

Quello che risulta alle orecchie ascoltando questo “Part II: The New December” è più che altro un tentativo di riportare in auge un genere che fa tanto inizio di anni zero, cioè una parola bruttissima: folktronica. Neanche fatta malissimo, per carità . Ma il labirinto dei Fol Chen è davvero ristretto e gira gira spesso le composizioni mancano di coesione, non soltanto in senso generale all’interno del formato disco. C’è qualche bella eccezione: la title track “The New December”, “Adeline”, “This Is Where The Road Belongs”. Quando si vira troppo sul “pop”, ad esempio in “C/U”, il risultato è tutt’altro che soddisfacente e spesso viene salvato in calcio d’angolo dalla bella voce di “Karin Tatoyan”. Ad esempio nella iniziale “The Holograms”, glitch pop e buona produzione, ma scarsa consistenza.

Diciamo che una decina di anni fa questo disco sarebbe stato almeno da top 20, ora decisamente no. Forse metterlo nel contesto generale dei Fol Chen potrebbe avere un senso: questa, come da titolo, è la seconda parte di un’opera più ampia (la prima si chiama “John Shade”, “Your Fortune’s Made”) e suonano mascherati, un po’ dei Residents del ventunesimo secolo (anche se ci teniamo stretti gli originali a dir la verità ). Ma non basta.