Mark Pritchard e Steve Spacek non sono dei novellini: il primo ha già dato alle stampe vari lavori sotto gli alias Global Communication e Harmonic 313 (tanto per dirne due), mentre il secondo ha prima cantato nella band che proprio da lui prendeva il nome e avviato poi una carriera solita che lo ha portato a collaborare, per esempio, col grande J Dilla.
L’incontro tra il produttore e il vocalist è avvenuto a Toronto, durante la Redbull Music Academy del 2007, e da una jam iniziale (il cui prodotto si trova pure in questo breve disco: il funky soul ovattato e mutante “Too Late”, posto perfettamente in chiusura di lavoro) il progetto Africa Hitech si è sviluppato fino a questo “Hitecherous”.
La partenza è subito strabiliante: “How Does It Make U Feel” innesta porosità dubstep e scattante sensualità funk su un tappeto idm, realizzando otto minuti da antologia. “Said Speed” affonda le mani nelle più varie distorsioni elettroniche, persa tra suoni minimal e morbide rimembranze soul. “Lash Out” declina progressioni techno per la generazione di produttori 8bit mentre “Boingy”, rimbalzosa e arlecchina, rende omaggio al proprio titolo.
Il ragga scheletrico di “One Two” (proposto anche in versione strumentale) è forse il pezzo più debole, ma è comunque ricco di fascino a dimostrare come questo “Hitecherous” sia un piccolo compendio di ritmi e visioni. Aspettiamo il duo alla prossima prova, perchè trenta minuti sono un po’ pochi per un giudizio definitivo; tuttavia continueremo ad ascoltarli ben contenti durante l’attesa.
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2. Said Speed
3. Lash Out
4. Boingy
5. One Two
6. One Two (Instrumental)