Siamo così giunti al terzo capitolo della saga Black Mountain, gruppo che, negli ultimi anni, ha rappresentato (e rappresenta) una delle realtà  rock più interessanti. Esistono decine di band che si ispirano ad un sound prettamente anni Settanta, ma in pochi riescono ad essere incisivi e a lasciare canzoni che siano fresche nonostante il loro esser derivative. Stephen McBean e soci, in qualche modo, ci riescono: hanno un background che attinge da generi che vanno dal folk all’hard rock, dal metal alla psichedelia e in un disco riescono a condensare tutto questo in pezzi che non sanno nè di vecchio nè di stantio e tantomeno vengono dimenticati dopo pochi ascolti.

Anche con “Wilderness Heart” le cose non sono cambiate: la vena psych a cui ci si era abituati con i due lavori precedenti, specie con l’omonimo esordio, è qui un po’ scemata, lasciando più spazio al folk e al rock di stampo più classico. Sembrano infatti uscire da un disco dei Deep Purple le note di Hammond presenti in “Old Fangs” che si destreggiano nel bel mezzo di un granitico riff. Gli stessi Purple vengono rintracciati anche nella title ““ track, dove spiccano le doti canore di Amber Webber e anche il sapore più Sabbath assunto dal pezzo: un retrogusto che si fa vivo anche ascoltando la coppia “Roller Coaster” ““ “Let Spirits Ride”, brani che non sfigurerebbero come b ““ side di “Sabbath Bloody Sabbath”, forse per via della presenza delle tastiere.
Notevole il suono southern à  la Black Crowes della traccia d’apertura “The Hair Song”, così come le ballate “Radiant Hearts”,”The Space Of Your Mind” e la conclusiva “Sadie”, più improntate su trame acustiche, che rivelano come i Black Mountain siano a loro agio anche quando riprendono gli Zeppelin più vicini al folk o (di nuovo) i Purple meno pesanti.

Il disco convince sotto tutti i fronti ed è dal punto di vista qualitativo quello che (più o meno) ci si poteva aspettare dall’ensemble canadese: una scrittura solida e convincente, canzoni che funzionano sebbene vengano ripetuti schemi più che abusati.
Una virata verso sonorità  più classiche, che non segna, in realtà , un passo indietro, ma conferma invece il talento e la personalità  dei Black Mountain, band che si spera ci regali ancora molte soddisfazioni.

Wilderness Heart
[ Jagjaguwar – 2010 ]
Similar Artist: Deep Purple, Black Sabbath, Black Crowes
Rating:
1. The Hair Song
2. Old Fangs
3. Radiant Hearts
4. Rollercoaster
5. Let Spirits Ride
6. Buried By The Blues
7. The Way To Gone
8. Wilderness Heart
9. The Space Of Your Mind
10. Sadie