Siamo dalle parti di confine tra il britpop e l’indie delle nuvole celesti, fuori da leggende e dentro l’intrigante presupposto che anche senza i Gallagher Brothers andare avanti è possibile pur trattenendo a freno ““ per il momento – lo scatto entusiasmante di una “‘new era’.

Delays, il quartetto di Southampton con Greg Gilbert al timone, giocano bene – ma a metà  – la partita del guardare oltre la ‘Manica’ stretta, di approssimarsi il più vicino possibile ad una verità  sonora che non conceda replicanti o imitatori; purtroppo il Machiavellismo abita molto lontano, agli opposti del pensiero e ricadere nei tramagli del ‘assomiglia a…’ è prassi e pratica quotidiana che non concede amnistie quasi a nessuno.

Detto questo, per onestà  realistica, ci si può introdurre anche con rispetto in questo lavoro discografico che anche se non ci fa scoprire nulla di clamoroso, si fa ascoltare piacevolmente, sempre in bilico tra vecchia guardia anni 90 e timidi sgusciamenti interessanti che- se calibrati e con una rotta da mettere in bolla con più accortezza ““ potrebbero un domani dare, anche se non un filo, più di uno spago da torcere a qualcuno.

“Star Tiger, Star Ariel” è sostanzialmente dream pop che parte rollando su arie dolciastro-teen ampie e voluttuose “Lost estate”, “Rhapsody”, fa stallo aereo su giochi di piano e sinth liquido “Hold fire”, “Unsung” e prende definitivamente alta quota con la giusta carica che si conviene ad una logica di movimento, di arrampicata, che si elettrifica e tempera in ottime virate rock “May 45”, “Shanghai’d” ““ dall’estetica Placebo ““ e “Star Tiger, Star Ariel”; il resto ““ sempre per ora ““ torna a gestire e ad attingere da quelle ballate intinte di shoegazer e falsetti vocali che ci rammentano ““ se ce ne fosse mai bisogno – di come le cose sonore andassero più o meno due decadi fa, sopra e sotto i capricci degli anni 90.

Di strada davanti, i nostri ne hanno ancora tanta da percorrere sebbene attivi dal 2004, ed è sicuramente un’impresa ostica dover rimanere a galla nell’oceano della musica; ma con le avvertenze e usando tutte le precauzioni giuste chissà  che non possano ritagliarsi un quadratino tutto loro ? Ci si può scommettere, nel frattempo li aspettiamo al fotofinish del prossimo lavoro rimarcando che volere è potere e l’importante non è partecipare ma esserci dentro fino a collo.