Probabilmente la mia vita non avrebbe cambiato il suo corso se non avessi incrociato i Belle & Sebastian sul mio cammino. Altrettanto probabilmente, certe sfumature sarebbero state diverse e non c’è modo, adesso, per immaginare altri colori. Esattamente come se non avessi incontrato te. Non è importante deviare il corso delle cose, sono i colori ad avere un risalto diverso. Ornamenti ideali di giornate altrimenti grigie. La voce di Stuart Murdoch e la leggerezza delle armonie di Isobel Campbell. Proprio come quando ce ne andavamo io e te mano nella mano incuranti del vento e della pioggia sottile e pungente. E’ tutta una questione di pop, di sguardi, risate in controluce e melodie perfette incastonate nel pomeriggio.
Uno se ne sta lì ad aspettare un cenno dopo quattro anni di assenza e soluzioni parallele (God Help The Girl è stato un ottimo palliativo) ed è inevitabile che l’aspettativa fosse alta, rigonfia di speranze e di fiducia. Come la fiducia che ho riposto in te, anche quando non mi parlavi e ti nascondevi dietro un muro apparentemente invalicabile di comunicazione congelata. Bisogna saper aspettare le cose in cui si crede; io ho sempre creduto in te, nel tuo modo di muoverti e guardarmi, di sapermi aspettare a tua volta. Ho sempre creduto nelle canzoni dei Belle & Sebastian, solo che loro non hanno saputo guardarmi dentro come hai fatto tu, non hanno saputo, o forse voluto aspettarmi. Succede quindi che “Write About Love” sia lo stesso un piacere per le orecchie, come una dolce caramella alla frutta che ti lascia il gusto in bocca per poco tempo. E’ un disco che svanisce ogni tanto per poi riemergere fiero dietro una piccola manciata di brani quasi perfetti. E’ un album che oscilla tra il mestiere, il guizzo di classe e qualche imbarazzante tonfo.
Non è una linea retta, ma una serie di piccoli segmenti separati da qualche vuoto di troppo. Momenti che sanno di irritazione come quando il pop a bassa fedeltà è più inutile confusione che tocco di grazia (“I’m Not Living in The Real World”) oppure quando ti ritrovi Norah Jones nelle pieghe di una canzone che sa di paraculo a distanza di miglia (“Little Lou, Ugly Jack, Prophet John”). Piccoli tradimenti e carezze dal sapore di scuse sincere, ecco che cosa è questo disco. Niente a che vedere con te, che sai essere al mio fianco anche quando non riesco a chiederti nulla. Tu sei la sincerità , “Write About Love” è solo un gioco che mi circuisce ammiccando. Un piccolo trucco in cui non mi riesce proprio di cascare. Nessun buon viso a cattivo gioco… però, se fossero così piacevoli gli inganni della vita tutto avrebbe sapore di fragole e profumo di margherite nell’aria. Viviamo imprigionati in una realtà che ha maglie molto più fitte di una fugace gita fuori porta piena di ritornelli schiaccianti. Viviamo in una realtà in cui è difficile giudicare come qualcosa di più che un discreto disco il nuovo lavoro dei Belle & Sebastian. Viviamo in una realtà in cui tu sei ancora qui di fronte a me a mettere in fila i miei silenzi e i treni di parole che ti sparo a velocità della luce. Tu sarai qui per sempre, questo disco se ne andrà via al primo soffio di vento invernale.
Credit Foto: Marisa Privitera / CC BY-SA