Joe e Bob Pernice non smettono di regalarci quelle ampie e belle finestre aperte su praterie e highways da poster e che fanno bottino di tutte quelle suggestioni old/new America che pervadono frizzanti e scapigliati landscapes d’immaginaria libertà .
Lontani da qualsiasi rivoluzione musicale, i fratelli di Doerchester danno l’ennesima prova della loro padronanza del mestiere ‘del musicista tutto sommato country’ che anche dopo ripetuti giri d’ascolto risulta sempre accondiscendente, caldo, generoso e rassicurante, piccoli viaggi sonori che non spostano nè a destra nè a sinistra l’asse “Americana”, ma la ripercorrono dandogli un tocco personalizzato e una rinnovata freschezza senza amido.
Con “Goodbye Killer” tornano in pista dopo quattro lustri di silenzio, interrotti solo da un album solista di Joe “It Feel So Good When I Stop” ed è un bentornato bagnato anche da lucori pop che vanno ad integrare già di per sè un armonico giocherellare di ballate e acustimantici di chitarra, malinconia e spume frizzanti che s’intrecciano e danzano insieme.
La forza di questo genere musicale è quella di continuare ad imprimere anche nelle giovani leve generazionali un certo retaggio tradizionale che piace nella sua riscoperta e nella conseguente commistione, integrazione e mistura con altri generi stilistici, gli esempi si sprecano e la creatività spompazza, una evoluzione aerea con robuste radici aggrappate nella cultura delle culture.
Non occorre altro per essere introdotti in queste dieci tracce che suonano, sognano, sognano e suonano l’America rambler e di cocomeri maturi, fieno e paglia che rimangono appuntati nelle spennate di chitarra grasse e field “Bechamel”, “Goodbye killer”, “Newport News”, nelle sequenze agrodolci elettriche dei REM “Jacqueline Susann”, “Something for you”, negli sguardi beatlesiani “The Great Depression” e sulla polvere degli stivali di cuoio di Springsteen “Fucking And Flowers”; niente d’introspettivo o sofisticamente snob, è come sedere lungo un fiume e aprire le narici per respirare certezze e non avanguardie, è un rimanere felici e un po’ pensierosi per cose che passano nella mente in chi in questa terra yankee ha piazzato da sempre le tende dell’immaginazione, o forse un trip ben calato tra acquerelli di una epopea west senza scadenza.
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2. Jacqueline Susann
3. We Love The Stage
4. The Loving King
5. Something For You
6. Goodbye, Killer
7. The Great Depression
8. Newport News
9. Fucking And Flowers
10. The End Of Faith