Io?Drama
Da Consumarsi Entro La Fine

Con questo album i milanesi Io?Drama tentano di entrare nel giro “‘che conta’, dopo aver aperto i concerti di band ben più celebri presso il pubblico dello Stivale come Marlene Kuntz, Baustelle, Tre Allegri Ragazzi Morti. La band ha tutte le carte in regola per entrare nelle chart italiane. A tanto appeal commerciale però non corrisponde altrettanta consistenza da un punto di vista artistico.

ntendiamoci, gli Io?Drama sono sicuramente più validi e originali di molte altre band pop-rock. Suonano davvero bene e abbastanza incisiva è la produzione di Fabio Mauri, già  al fianco di gruppi importanti come Afterhours e La Crus. La musica degli Io?Drama ricorda vagamente quel tipo di pop-rock à  la Negramaro (per capirci) che ha fatto breccia nei cuori di tanti ascoltatori nel nostro paese, anche se, si badi, non si tratta assolutamente di una band di epigoni. La voce di Fabrizio Pollio è l’elemento più altalenante del disco, a volte convincentemente potente, altre eccessivamente melensa ed esile, quasi si trattasse di un Matt Bellamy in versione più dolciosa. Davvero belle (sempre belle, stavolta) le sottolineature del violino di Vito Gatto, che donano una marcia in più a molti episodi del disco.

A ballad dolci e abbastanza innocue come “Musabella”, “Saverio”, “Nel Naufragio” preferiamo decisamente gli attacchi frontali di “Fosse Stanotte L’Ultima”, “Dafne In Tangenziale” (con un Pollio in stato di grazia) e “Sinousa”, che fa pensare a dei Muse presi dietro dallo stoner e infiocinati davanti dal death-rock più apocalittico. Con qualche pezzo grintoso in più sarebbe stato un album da sei pieno. Peccato.