Mavis Staples
You Are Not Alone

Mavis Staples non è solo una tra le più importanti soul-singers di sempre, ma una figura fondamentale, un’icona della black music e non solo: parlando di lei si attraversano cinquant’anni di storia degli Stati Uniti, partendo dalla leggendaria band di famiglia (The Staples Singers) e passando per l’amico Bob Dylan, per Martin Luther King e per Prince, giusto per fare tre nomi.

Approdata nel 2007 alla Anti, sotto-label della Epitaph (per la quale incideva anche il recentemente scomparso Solomon Burke, a cui vanno i nostri doverosi e dolorosi omaggi), con un disco prodotto da Ry Cooder, arriva ora al terzo capitolo di questo nuovo corso (compreso un live) e si affida alla cura di Jeff Tweedy, tormentato leader di quei Wilco depositari di un’altra grande tradizione musicale americana.

“Don’t Knock” apre l’album e chiarisce subito che qua non ci saranno rivoluzioni, che il sound (e la voce) è il solito e che quindi “You Are Not Alone” è un lavoro fuori dal tempo, un ottimo rifugio per allontanarsi dalle tribolazioni quotidiane.
La scaletta sa infatti alternare traditional (per esempio la stupenda “In Christ There Is No East Or West”) con brani firmati da Tweedy (l’ottima titletrack, delicata ed intensa) e classici (tra cui due firmati dal padre di Mavis, Pops Staples: l’iniziale e scattante “Don’t Knock” e la grintosa, incalzante “Downward Road”), ma poco importa la provenienza dei pezzi poichè è tutto un succedersi di estasi soul (l’emozionante “Losing You”, quella meraviglia solo voci di “Wonderful Savior”) e momenti invece più funk (come nell’ottimo trittico “I Belong To The Band”, “Last train” e “Only The Lord knows”).

Quando l’album giunge a conclusione, dopo il catartico medley finale con l’interpretazione eccezionale di Mavis e il suo alternare malinconia e gioia, l’unica cosa da fare è mettere su nuovamente il disco e lasciarsi andare.
Grande Mavis, grande.

Ascolta “You’re Not Alone”