Erano una volta punk, ma chiaramente il vestito tagliuzzato gli è andato man mano stretto e soffocante, e allora preso in mano il manuale feticcio sulle teorie decostruttive dei Fugazi, i Coliseum fanno baracca e burattini delle partiture anti-Christ e abbracciano la dottrina dell’hardcore screziato per abbattere ““ a testa d’ariete – le schermature “‘imposte’ ““ come una maledizione geografica ““ dal vivere nella provincia, lontanissimi dalle opportunità delle grandi città che “‘ascoltano’.
Da Luisville nel Kentucky – cittadina che già ha dato alla notorietà Rodan, Slint e June of 44 – arriva questo trio bulimico di noise e materiale duro come l’acciaio e forgiano un disco, “House With A Curse”, lavoro aspro e incavolato come pochi, preda della sana propensione ad esaltare e condividere l’ascolto tra coloro che della roba pesante ne fanno ragion di vita e di morte; non ci sono le tensioni urbane o un raffazzonato muro cementato di suono a corredare le tracce di questo buon sanguinamento ad oltranza, ma una precisione certificata ad isolare il banale e il riciclo per divorare – in una versione innovativa a cavallo del Touch & Go di classe e l’ira funesta della Washington D.C. dei 90 – ampli,coni e woofer d’ogni stereo in circolazione.
Prodotto da J. Robbins degli Jawbox, con i cori di Bonnie Prince Billy, Jason Noble dei Rodan e Rachel’s e il sostegno del violoncello di Peter Searcy dei famosissimi Squirrel Bait, “House With A Curse” si arroventa e friziona in sostanziose pompate di retrogusti stoner “Statuary”, “Skeleton Smile”, olezzi maleodoranti di Rollins Band “Crime And The City” e grattate insane di puro prurito math rock “Isela Vega” e “Man Was Never Meant To Fly” e “Perimeter Man”; momenti energici e “acque chete pericolosissime” sono le mappature cui è meglio stare attenti dove mettere piedi ed orecchi, specie se ci si fa incantare dalla subdola suite di violoncello malinconico dell'”Introduction”, l’innocenza sfacciata dell’anticamera dell’urlo ribelle.
Per il momento dimenticate le assolate e appaganti scenografie immaginare del Kentucky erboso e baciato dalla terra fertile, un nuovo sole oscuro sta transitando in quei paraggi, e non serve a nulla farsi da parte, i Coliseum già hanno adocchiato il tuo impianto hi-fi e a questo punto dargli l’addio è la cosa più sensata da fare e pensare.