Ve lo immaginereste il rumorosissimo J Mascis senza il suo universo fatto di muri di amplificatori, sterminate distese di pedaline e distorsori, privo di quella grassa elettricità che permea i suoi Dinosaur Jr? Chi lo ha seguito con attenzione sa che il Nostro ha già sperimentato, una quindicina di anni fa, gli amplificatori spenti in “Martin + Me”, dove brani del repertorio della sua band venivano rivisitati in chiave acustica. Qui abbiamo, invece, dieci episodi inediti, tutti di elevatissima qualità .
J è egregiamente invecchiato sotto il profilo artistico, ossia in maniera inversamente proporzionale al suo aspetto fisico: più panzone e pappagorgioso che mai, con i capelli ancora lunghi ma anche sempre più grigi e con i consueti occhialoni da nerd d’ordinanza. Comunque, il cuore sembra essergli cresciuto, dietro quel velo d’autismo sotto il quale si nasconde il suo talento unico. Dietro quel mondo in cui lui si racchiude non appena imbraccia la chitarra e comincia a dare pennate, a inanellare riff e assolo come se stesse mangiando patatine.
In “Several Shades Of Why” c’è però poco spazio per tutto ciò: le chitarre sono acustiche con qualche pennellata d’elettricità qua e là , la batteria non pervenuta. In soldoni: delle versioni embrionali, non arrangiate, di pezzi dei Dinosaur Jr. E funzionano alla grande. In questa dimensione più cantautorale, Mascis si muove alla perfezione; anzi, sembra esserci proprio nato.
Le canzoni hanno un cuore grandissimo, conquistano al primo ascolto e non deludono neanche dopo il decimo. C’è tanto Folk, sia americano che inglese, ma soprattutto c’è tanto, tantissimo Neil Young, quel nome che spunta sempre quando si tratta di Mascis e che quest’ultimo tende a liquidare sbuffando, rispondendo per monosillabi o dicendo che non è tra le sue principali fonti d’ispirazione. è assai probabile che ci prenda per il culo.
Tra gli ospiti, da segnalare Kevin Drew, Paulo Zappoli e Sophie Trudeau. Lei, forse, la più preziosa, per via di quel violino che duetta con la chitarra nella traccia omonima.
Alla fin dei giochi, chi conta veramente è Lui: un artista e uomo tanto ingombrante quanto simpatico; con una genialità che va di pari passo con la sua cazzonaggine. Le sue schitarrate, la sua voce in bilico tra il bisbiglio e il lamento, infinitamente umana ed emozionante, la sua semplicità nell’essere sempre uguale a sè stesso e di conseguenza sempre unico.
Di sicuro neanche lui sa di essere a tali livelli. E quindi ogni tanto fa bene ricordarglielo, poichè anche con questa prova dimostra di avere la stoffa dei fuoriclasse.
Altro disco testimone della grandezza del suo autore e di un 2011 all’insegna di ottime uscite.
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2. Several Shades Of Why
3. Not Enough
4. Very Nervous and Love
5. Is It Done
6. Make It Right
7. Where Are You
8. Too Deep
9. Can I
10. What Happened
Ascolta “Not Enough”