1995-2011. 16 anni.
1995. Due gruppi nella vecchia Albione si scannavano a suon di accordi e insulti su carta stampata. Oasis vs. Blur. Siamo nel 2011 e ancora non abbiamo un vincitore. C’è chi incorona i strafottenti fratelli Gallagher, chi l’estroso e sbarazzino Albarn. Fatto sta che la partita sembra che non sia ancora finita, ma all’orizzonte se ne profila un’altra molto interessante: quella tra Brother e Vaccines.
2011. Britpop parte 2. Forse. Ma i due gruppi sopracitati non ci bastano e quindi ecco che ci infiliamo pure i Frankie and The Heartstrings. Un mènage a trois, insomma.
Prodotti da Edwyn Collins, ex chitarrista degli Orange Juice, quelli del ‘sound of young Scotland’, i Frankie and the Heartstrings fanno parte anche loro della Wichita Recordings, giovane etichetta indipendente inglese, insieme a Bloc Party, Los Campesinos!, Cribs e molti altri gruppi emergenti molto, ma molto interessanti.
Il ciuffo di Frankie, il leader e la voce del gruppo, sembra far intuire fin da subito dove i 5 vogliano andare a parare. Pensi a Morrissey. è inevitabile l’associazione. E invece no. L’omaggio agli Smiths si ferma qui. Musicalmente non si sente tanto la loro influenza (“Ungrateful” è forse il pezzo che più si avvicina al gruppo di Morrissey), quanto quella di altri gruppi che nel decennio cupo della Tatcher hanno dato ossigeno alle serate dei giovani inglesi depressi. Gli Orange Juice sono tra questi, tanto che la critica britannica ha già nominato il sound dei 5 di Sunderland appunto ‘sound of young Sunderlan'”.
Chitarre taglienti e riffettini pungenti sono la base del sound dei FatH. Pezzi che non si spingono quasi mai oltre i 3min e 29 sec, proprio come vuole il formato pop (a parte Fragile un lento con influenze JoyDivisionane che si spinge oltre i 6 minuti). Il resto sono un mix di cori da stadio (vedi il singolo “Hunger”) e melodie sbarazzine che non lasciano troppo tempo per pensare. Quando provi a farlo è come se i 5 di prendessero per le braghe e ti trascinassero in mezzo alla pista.
I FatH si sarebbero trovati sicuramente a loro agio nel decennio degli anni 80, anche se loro dicono di rifarsi per lo più al periodo 50-60 dello scorso secolo (e si può sentire nel brano di apertura “Photograph”).
I Frankie and the Heartstrings si presentano con un disco “tiramisù” insomma. Sbarazzino e leggero. Anticipando il debutto dei ‘bulli’ Brother e dei Vaccines, i 5 dicono la loro, ma restano dietro, fanalini di coda rispetto ai due gruppi citati prima, più smaliziati e con una maggiore voglia di uscire dal tipico prototipo di gruppo “‘indie’.
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2. Ungrateful
3. Hunger
4. Possibilities
5. Fragile
6. Tender
7. Want You Back
8. It’s Obvious
9. That Postcard
10. Don’t Look Surprised
Ascolta “Hunger”