Ancheggiando con movenze improvvisate per stanze disordinate in pomeriggi domenicali, avevamo lasciato gli Architecture in Helsinki sulle euforizzanti montagne russe di “Do the Whirlwind” ma altro giro altra corsa’ non vale per la band di Melbourne che per il nuovo “Moment Bends” sembra aver optato piuttosto per un buon vecchio e canonico bruco mela.
Escluso l’inizio vagamente divertente con “Escapee” e l’ascoltabile “YR Go To” il disco si scioglie come un misto di calippo e silicone sotto il sole d’agosto lasciandoci una poltiglia appiccicaticcia che a tratti invoca pietà da Back Street Boys e Take That. I non-giovani di Melbourne abusano del synth e si abbandonano al trend, ahinoi non più “nuovo” nè esaltante del pop anni ’80 in una delle sue declinazioni meno nobili. Eccessivo anche per i più audaci ammiratori della Carrà il flauto di Pan nell’arrangiamento di “Desert Island”, quasi imbarazzanti “W.O.W.”, “Everything’s Blue” e ““siccome al peggio non c’è mai fine- il supposto “gran finale” romantico di “B4 3D”. C’è di buono che arrivare all’ascolto dell’undicesimo brano è quasi impossibile.
Sotto l’incarto apparentemente eccitante di un’allegria electro-pop da pellicola glitterrata, restano testi irrimediabilmente banali e stralci di cattivo gusto che ci faranno amaramente rimpiangere le vecchie girandole di “In Case We Die”.
L’idea della band era di certo un’altra, vogliamo concederglielo. Sicuramente i nostri amici australiani presagivano una stagione nuova in cui diventare “grandi” voleva dire concedersi il lusso di poter omaggiare le proprie personali passioni dei tempi andati. Purtroppo per loro non riusciremo ad abbandonarci languidamente alla risacca mentre le nostre cuffie riecheggiano “Moment Bends”. Sfortunatamente, pur volendo premiare la buona volontà , il disco non decolla bensì si appiattisce su se stesso in uno sterile quanto monotono carosello sintetico. Qualcuno spieghi a Bird che non invochiamo la resurrezione di Michael Jackson.
Qualcuno gli dica che sono scesi dall’ottovolante e sono montati sulla giostra sbagliata. Qualcuno gli indichi di nuovo la strada per riprenderlo. Prima che parta il moonwalk.