Eclettismo artistico fondamentale al giorno d’oggi. Fondamentale come per un impresa saper differenziare la propria produzione, saper passare da un pacchetto di sigarette al fare jeans. Fondamentale per Alessandro Grazian è il saper fare, e bene, due cose allo stesso tempo: comporre canzoni e dipingere.
Disinformato come al solito, vengo a sapere quasi per caso che in un piccolo locale sul lago Trasimeno, il 909 Cafè, sono esposte le sue Opere.
“Ritratti da Grazian” è il nome del progetto che Alessandro Grazian ha appena finito di portare in giro nel suo Cafè Tour di tappa in Umbria, Marche e Abruzzo. Dipinti che raffigurano personaggi di spicco, che come lui, fanno parte della scena indipendente della musica italiana. Da Benvegnù al suo “discepolo” Dente, da Vasco Brondi al tutto fare Enrico Gabrielli (ex Afterhours, ora Calibro 35), fino ad arrivare al maestro Capovilla, Beatrice Antolini e il leader dei Mariposa Alessandro Fiori.
Per cominciare ci parli un po di questo Cafè Tour appena concluso?
Il Cafè Tour è stato un piccolo tour in giro per il centro Italia, tra l’Umbria, le Marche e l’Abruzzo, arrivato dopo qualche mese di pausa. E’ stato un po un ritorno alle origini, quando portavo la mia musica in giro per piccoli locali accompagnato solo dalla mia chitarra. Nel complesso sono soddisfatto, anche se mi rimane molto difficile suonare le mie canzoni durante l’aperitivo o nel post-cena, poichè considero la mia, una musica più che da sottofondo, da ascolto.
Prima di passare a parlare dell’altra tua passione, i dipinti, ci sveli qualche tuo prossimo progetto musicale?
Ho scritto le musiche per un cortometraggio del regista Pasquale Marino dal titolo “L’estate che non viene”, ed è di questi giorni la notizia che siamo in concorso al Festival di Cannes. Oltre a questo mi sto dedicando alla scrittura di nuovo materiale. Ci sarà una sorta di svolta, stile Bob Dylan al Newport Folk Festival (non prendere troppo sul serio il paragone). Col Cafe Tour volevo respirare per un’ultima volta le atmosfere intime prima di passare a fare qualcosa di più forte.
Passiamo ai tuoi dipinti. E’ nata prima la passione per la pittura o per la musica? Ti senti di più un disegnatore o un musicista?
La mia prima passione è stata il disegno, fin da bambino, poi da ragazzo ho cominciato a suonare. Intorno ai ventanni dal disegno son passato alla pittura vera e propria.
Alla seconda parte della domanda non saprei rispondere, mi sento entrambi, diciamo che mi considero allo stesso tempo un musicista che dipinge e un pittore che suona.
Nel tuo progetto “Ritratti Da Grazian”, cosa ti ha spinto a scegliere “quell’artista piuttosto che quell’altro”? E come è nata l’idea?
Sono partito dal ritrarre Enrico Gabrielli e Nicola Manzan che sono musicisti con cui ho avuto modo di suonare. In seguito ho deciso di “fotografare” una scena, quella della musica indipendente italiana, o almeno una parte di questa. La mia idea era quella di ritrarre musicisti (non necessariamente cantanti) che durante il 2010 sono stati attivi e hanno dato una scossa al panorma musicale indipendente. è stato di stimolo al progetto anche il contributo di Raffaella Tenaglia, la curatrice del progetto espositivo itinerante. Con la scelta di quei 10 volti non intendo dire che sono loro gli unici che contano di questa scena, perchè non lo penso assolutamente. Alcuni sono rimasti fuori anche solo per ragioni logistiche, perchè non c’è stato il tempo o non ci siamo coordinati bene. Comunque sono felice del piccolo gruppo di ritratti che ho creato.
Spiegaci come è stato il processo creativo? Sei partito da una loro foto, o ti si son seduti, uno per uno, davanti e tu li hai ritratti (a mò di “artista di strada in Piazza Duomo”)?
Avrei voluto averli davanti uno ad uno ma per una questione di tempo ciò non è stato possibile, perciò ho scelto degli scatti o ho chiesto loro di farmi avere alcuni loro primi piani. Sono stati tutti molto disponibili e devo dire che hanno apprezzato molto le mie opere.
Come per la musica ti chiedo se hai altri progetti per quanto riguarda il dipingere..
Intanto farò altre esposizioni in giro per l’Italia di questi ritratti, ad esempio a giugno sarò di nuovo a Milano, questa volta alla Fnac. Per quanto riguarda la produzione di nuovi dipinti non penso di fare altri quadri di colleghi musicisti, almeno non per ora. Il progetto ha avuto un senso circoscritto in un certo periodo della mia vita e di quella musicale italiana. Penso di ritornare tra qualche tempo a sperimentare e quindi partire per una nuova avventura.
Per chiudere: se ti dovessi chiedere quale artista, che ha fatto la storia della musica, ti piacerebbe maggiormente dipingere chi mi diresti?
Il maestro, Ennio Morricone.
Wow. Mi hai spiazzato, pensavo di più a un Neil Young o a un Tom Waits”…
Più Neil Young che Tom Waits!!!
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