Carine sono carine ma può essere estenuante ascoltare i 35 minuti di “Share the Joy” per chi non è soggetto al fascino della gatta morta.
Le Vivian Girls, ennesimo prodotto dell’estro made-in- Brooklyn, risolvono le loro aspirazioni in un lavoro sicuramente non pessimo ma nemmeno travolgente. E’ un prodotto confezionato bene per chi si allinea al trend creativo di questi giovani talentuosi d’oltreoceano, che tra un tocco di vintage e rincorse modaiole possono pure, per un breve istante, farci sorridere.
Non si può certo dire che le tre ragazze newyorkesi abbiano fatto male. “Share the Joy” è un lavoro compatto (forse anche troppo) che consolida tendenze e capacità espressive già manifeste nei precedenti album. I brani sono, singolarmente, piacevoli. I ripescaggi stilistici da grandi classici west coast (“Dance (If You Wanna)”, “Take It As It Comes”) e il citazionismo piacione dalla psychedelia al punk (“Trying to Pretend”) non possono che rendere piacevoli i loro graziosi e apparentemente sbadati vocalizzi. E’ bello sentire Cassie Ramone che ripete all’infinito (ci bastava anche meno) I don’t wanna be like the other girls / don’t wanna see like the other girls/ I don’t wanna live my life like the other girls come in un testo al femminile del kinksiano “I’m Not Like Everybody Else” ma è pur vero che i sei minuti del pezzo, manco a dirlo intitolato “The Other Girls”, sono un po’ eccessivi, come azzardata è l’altra lunghissima coda di “Light in Your Eyes”. Anche perchè ““diciamocelo- senza un Lou Reed di mezzo sei minuti passano a fatica.
Registrato con Jarvis Traveniere (Wood) “Share the Joy” è pero anche un disco che ammorbidisce l’originaria vocazione garage promuovendo l’autoaffermazione del trio senza particolare coraggio. Le Vivian Girls hanno i loro momenti eppure sarà che ne abbiamo sentite tante o troppe ma l’opera terza rischia di suonare come un’amabile ma non particolarmente accattivante sequela di canzonette.
Non ho pregiudizi. Mi piacciono le Vivian Girls. Sono gradevoli, si vestono bene, mi rallegra il pensiero di un trio di donne in un universo musicale troppo spesso declinato al maschile. Ma siamo qui per parlare di musica e non posso nascondere che al millesimo “ah aaaah ah aaaah ahi aaaahi aaaaaah” penso seriamente che il disco avrebbe avuto più senso con un titolo come “Share the Boredom”. E rischio di stramazzare al suolo vittima della gatta morta. Con frangetta, s’intende.
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2. I Heard You Say
3. Dance (If You Wanna)
4. Lake House
5. Trying To Pretend
6. Sixteen Ways
7. Take It As It Comes
8. Vanishing Of Time
9. Death
10. Light In Your Eyes
Ascolta “Vanishing Of Time”