Parlare di Thurston Moore è sempre affare delicato.
I Sonic Youth hanno rivoluzionato l’idea di musica e quando hai ascoltato “Daydream Nation”, “Dirty” o “Experimental Jet Set” fino allo sfinimento diventa difficile non perdonargli un po’ tutto e valutare che i suoi (grandissimi) meriti passati gli permettano adesso di fare un po’ quello che gli pare.
Però il sottoscritto è qui per recensire un album e non per parlare della storia della musica o dell’apporto fondamentale dato al noise piuttosto che ad un certo rock sperimentale dalla amata “‘gioventù sonica’.
“Demolished Thoughts” è solamente il quarto lavoro solista per il chitarrista americano in quasi trent’anni di carriera, ma continua quanto iniziato con “Trees Outside The Academy” nel 2007. Abbandonato l’elettrico e le atmosfere più rumorose Thurston Moore imbraccia la chitarra acustica e, accompagnato spesso dal violino, occasionalmente da arpa e violoncello, inanella nove tracce che lo avvicinano per atmosfere a “Sea Change” di Beck, non a caso produttore del lavoro.
Un album complessivamente piacevole, ma che onestamente non farà gridare al miracolo.
Che il buon Thurston ci sappia fare è cosa risaputa, ma, pur apprezzando alcune tracce come “Ciculation” o “Mina Loy” che dimostrano la sua immutata classe e creatività e che ci fanno tornare in mente canzoni come “Sugar Kane” pur in chiave acustica, “Demolished Thoughts” appare più come un divertissement o un omaggio ai fan più incalliti, fuggendo via in un semplice ascolto e lasciando ben poche tracce di sè.
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