Il fatto è che i dischi entrano nella tua vita e non ne escono più. è così facile perdersi nell’ascolto di canzoni assolutamente affascinanti ed è, di conseguenza, così facile innamorarsi di una band e aspettare con tutto l’entusiasmo del mondo qualcosa di nuovo. Anche se passano anni, anche se tutti se ne dimenticano, anche se di cose davvero memorabili non ce ne sono state poi così tante.
è il caso dei Guillemots, del loro splendido album d’esordio, del loro secondo disco bello a metà e del loro terzo disco pubblicato da poco. Sono tornati con “Walk The River”, il classico terzo lavoro che vuole essere la miglior sintesi possibile dei primi due, senza però riuscirci alla perfezione.
Intendiamoci, “Walk The River” è un disco che parte in quarta, con tre pezzi che esaltano l’ascoltatore e che possono tranquillamente reggere il confronto con il meglio di “Through The Windowpane”, ma che poi, purtroppo, rallenta procedendo insicuro (con pezzi carini, ma che sono poco più che riempitivi come “Ice Room”, “Tigers” e “I Must Be A Lover”) fino a inciampare su se stesso per colpa di un’architettura troppo complessa costruita intorno a idee che, se fossero state sviluppate più semplicemente, si sarebbero trasformate in bellissime canzoni pop. Volete un esempio? Prendete “Sometimes I Remember Wrong”: non sarebbe stata meravigliosa se fosse durata un terzo di quanto dura effettivamente? E invece è una canzone da tre minuti spalmata su nove minuti, ripetitiva e overprodotta, che dopo la metà diventa insostenibile. E lo stesso si può dire di “Slow Train”, di “Inside” e di “Yesterday Is Dead”.
“Walk The River” aveva le potenzialità per essere uno dei migliori dischi dell’anno. Oltre alle prime tre meravigliose tracce, il disco ha altre due perle, il singolo “The Basket” e “Dancing In The Devil’s Shoes”, che hanno le melodie, i ritornelli e l’interpretazione vocale che ci hanno fatto amare questa band, ma la tendenza all’esagerazione non fa bene e condanna questo album a essere semplicemente carino. Ed è un peccato, perchè i Guillemots sanno scrivere e produrre canzoni di cui innamorarsi follemente (“I Don’t Feel Amazing Now”), solo che ultimamente si dimenticano troppo spesso che non devono strafare. Non c’è niente da fare se non aspettare il quarto disco, perchè di fiducia ce n’è sempre tantissima.
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2. Vermillion
3. I Don’t Feel Amazing Now
4. Ice Room
5. Tigers
6. Inside
7. I Must Be A Lover
8. Slow Train
9. Sometimes I Remember Wrong
10. The Basket
11. Dancing In The Devil’s Shoes
12. Yesterday Is Dead