Sogno negozi di dischi in cui non esiste la sezione “alternative”, dove la divisione viene fatta per macrocategorie: suol-jazz/pop-rock/hard-metal etc etc.. Non ho mai ben capito perchè i Wilco possono far parte della categoria alternative ( a cosa?) e allo stesso tempo occupare gli scaffali del pop-rock.

Capita a volte che la discografia di una band sia frammentata in due scaffali diversi. Inutile confusione. La stessa che mi pervade nel tentativo di spiegare la musica dei My Morning Jacket. Mettiamo le cose su un piano più semplice: “Circuital” è l’ideale punto di incontro tra Wilco, Band of Horses e Flaming Lips. Ecco, se non conoscete questi tre gruppi le cose si complicano ulteriormente. Posso riprovarci: “Circuital” è un po’ gita fuori porta, un po’ intima malinconia a lume di candela e un po’ “guida galattica per autostoppisti”. Come tenere gli occhi alla volta celeste dopo aver mangiato un fungo allucinogeno e allo stesso tempo restare in parte lucidi e attaccati alla realtà  circostante.

L’album procede con un’alternanza di soluzioni che vanno dalla cavalcata space della sontuosa title-track, passando per l’intima e acustica “Wonderful (The Way I Feel)”, finendo con una “Movin Away” che sembra uscita fuori dalla penna di Jeff Tweedy, da sempre punto di riferimento per la band di Louisville. Più che buona la qualità  media dei brani, sicuramente più a fuoco di quanto fatto con il precedente “Evil Urges” e molto vicini all’apprezzatissimo “Z” datato 2005. Un disco arioso, multicolore, capace di delineare con coerenza paesaggi molto diversi, una qualità  non da poco. Alla faccia di tutte le classificazioni possibili.

Ora andate nel vostro negozio di dischi di fiducia e sradicate senza pietà  lo scaffale “alternative”. Fatelo in nome un mondo musicalmente più coerente.