I Carpacho! da Roma fecero parecchio rumore nel 2007 con il debutto “La Fuga Dei Cervelli” autoprodotto ma molto ben curato, che mostrava la giusta dose di ironia, gusto e orecchio.
A quattro anni di distanza (una vita per i nostri tempi) si sono ritrovati in studio in seguito a svariate peregrinazioni personali per dare un seguito più corposo dell’EP “L’Oracolo E Il Fardello” (2009), sotto l’egida Pippola che, come era prevedibile e auspicabile, ha deciso di investire su questi ragazzi.
Nonostante i presupposti ci siano tutti, “La Futura Classe Dirigente” non decolla e non si tratta solo di aspettative troppo alte, si tratta invece di una formula fin troppo utilizzata negli ultimi anni: la descrizione sociale fatta con sguardo obliquo. Appare lampante e in alcuni momenti estenuante la reiterazione di certi modelli melodici, fin troppo accostabile al lavoro dei Baustelle (soprattutto quelli ‘major’) fatti di crescendo musicali rincorsi dai cori (“Canzone 4” che confina con “Follonica”), ritmica fissa e inserti elettronici ma più in generale incapace di cambiare marcia.
Le canzoni sono costruite in maniera impeccabile e nei momenti migliori sono parecchio godibili (“La Classe Diligente” su tutte ma pure “Tutto Andrà A Finire” e “Niente Che Non Va”) ma non ci si stupisce quasi mai e i testi (questo potrebbe essere un problema solo mio) non riescono a “parlare” all’ascoltatore. Per quanto mi riguarda è come se i Carpacho! suonassero dietro ad un vetro e per questo il loro mondo di suoni e parole fosse per me intangibile, nel quale mi è precluso immergermi e quindi farmi trascinare.
Un Mondo Di “‘concetti’ importanti ma un poco stantii, di formule piuttosto usate ma non ancora classiche, un mondo ben rappresentato dalla foto di copertina di questo “La Futura Classe Dirigente”, nel quale si coglie più lo sforzo di apparire ironici che l’ironia in sè.